Concessi da Corte Assise Appello dopo 3 istanze
(ANSA) - ANCONA, 06 MAG - La Procura generale di Ancona fa appello al Tribunale del riesame per evitare che a Claudio Pinti siano concessi gli arresti domiciliari. Dopo la terza istanza presentata dalla difesa dell'autotrasportatore di Montecarotto, condannato a 16 anni e 8 mesi per omicidio volontario (della ex compagna, morta di Aids) e lesioni gravissime alla ex fidanzata per aver trasmesso alle due donne l'Hiv con rapporti non protetti senza informarle che era sieropositivo, la Corte di Assise di Appello aveva accolto la richiesta dei domiciliari presentata dall'avvocato Massimo Rao Camemi, dettata anche dalle condizioni di salute di Pinti, incompatibili con il regime carcerario. Il presidente della Corte Giovanni Trerè aveva motivato la decisione, spiegando che Pinti aveva abbandonato la tesi negazioniste e che quindi non c'era il rischio di reiterare il reato. La notizia dei domiciliari ha suscitato un lungo sfogo sui social della ex fidanzata, che lo aveva denunciato, e che ha lamentato di essere stata "tradita" dalla giustizia. A presentare appello al riesame questa mattina è stato il procuratore generale Sergio Sottani unitamente al sostituto della Procura generale Cristina Polenzani. "Non riteniamo incompatibile la permanenza a Rebibbia - spiega Sottani -, può essere curato dal carcere". La decisione è stata presa autonomamente anche se gli avvocati di parte civile avevano presentato un'istanza alla Procura per l'impugnativa. "Non c'è stato bisogno - precisa Sottani - lo abbiamo fatto autonomamente". Il riesame ha dieci giorni di tempo per esprimersi. Intanto la decisione del presidente Trerè va avanti perché la richiesta della Procura non ha valore sospensivo.
Entro il 10 maggio Pinti può tornare a casa a Montecarotto ai domiciliari, con braccialetto elettronico. Se il riesame poi accoglierà la richiesta della Procura, ritornerà in cella.
(ANSA).