Assessora Latini, unicum in Italia, sia patrimonio culturale
Le Marche, "Regione dei teatri", si candidano per il riconoscimento dei teatri storici come patrimonio culturale Unesco. La regione è "un unicum nel contesto nazionale e mondiale per diffusione, - afferma l'assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini - valore storico artistico e significato socio-culturale. Un patrimonio culturale che ci identifica compiutamente".
"Se si prova a digitare sul più diffuso motore di ricerca web le parole 'la regione dei Teatri' - osserva la Regione - la prima voce che compare è Marche. E non è frutto di un'indicizzazione algoritmica, ma la definizione significativa di una realtà consolidata da secoli di storia. Le Marche sono la regione dei teatri, caratterizzate cioè, da un una 'densità' teatrale rispetto alla popolazione e al numero di Comuni che non ha uguali in Italia e forse nel mondo". le "piccole" Marche hanno sul territorio più teatri che tutta l'Italia meridionale.
Insomma, Marche del Museo diffuso e de Teatro diffuso".
Dunque un "caso Marche peculiare e assolutamente originale, - sottolinea la Regione - degno di essere riconosciuto come patrimonio mondiale dell'umanità". Da qui la volontà dell'assessorato regionale alla Cultura di sottoporre all'Ufficio Unesco del Segretariato generale del Ministero della Cultura, l'esame di una proposta di una candidatura per l'iscrizione dei Teatri storici marchigiani nella Lista propositiva italiana, come un unicum.
"Abbiamo avuto un primo incontro con l'Ufficio Unesco - riferisce Latini - nel corso del quale ho presentato la straordinaria ricchezza di teatri storici delle Marche e rappresentato la volontà di investire su questo patrimonio anche attraverso un processo di candidatura, teso anche alla salvaguardia di questo patrimonio". La Regione promuove "progetti e programmi di recupero, restauro e riallestimento dei teatri 'Innovateatri', per adeguare e riallestire lo spazio di spettacolo dal vivo delle Marche" e sostiene "nuove forme di gestione degli spazi teatrali con crescente partecipazione di compagnie locali e giovani per creare teatri di comunità". Un "patrimonio unico" anche per capillarità di teatri storici (ora 68 con il passaggio di alcuni comuni del Pesarese in Emilia Romagna)". (ANSA).
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