Contro azione Regione, potenziare pubblico e no fondi a privati
Aumento dei posti letto e nuove assunzioni di infermieri e personale medico all'interno degli ospedali pubblici; revoca dei finanziamenti alla sanità privata; potenziamento delle Usca e della medicina territoriale e adeguata protezione per il personale sanitario e la sicurezza negli ospedali. Sono alcune richieste avanzate dai Centri sociali delle Marche che hanno messo in atto due iniziative di protesta ad Ancona: sulla scalinata davanti a Palazzo Raffaello, sede della Regione, hanno posizionato letti, cuscini e soldi finti per contestare le politiche sanitarie regionali; poi un sit-in a Torrette davanti agli Ospedali Riuniti, durante il quale è stato esposto uno striscione con la scritta "La salute è un diritto - basta fondi alla sanità privata".
Nel mirino dei centri sociali sia l'azione della precedente giunta regionale di centrosinistra, guidata da Luca Ceriscioli (Pd), sia l'attuale di centrodestra con il presidente Francesco Acquaroli (Fdi). La prima, sostengono i promotori della protesta avrebbe "contribuito alla chiusura di 13 ospedali pubblici negli ultimi anni e al taglio di numerosi posti letto, calati di oltre 1.000 unità dal 2010 a fronte di un indice d'invecchiamento in aumento nella nostra regione". Altri addebiti mossi alla precedente giunta riguardano "una gestione della prima ondata fortemente problematica e non all'altezza della situazione e poi "nulla è stato fatto nel periodo utile tra la fine del primo lockdown e l'arrivo della seconda ondata".
"Nella fase attuale - lamentano ancora i centri sociali - ci ritroviamo a fare i conti con una nuova giunta regionale ma con altrettante criticità in ambito di organizzazione sanitaria, per prima il rapporto tra pubblico e privato. Per noi - attaccano è inaccettabile che la Regione abbia deciso di aumentare del 40% le tariffe destinate al privato per i 200 posti letto per trattamento Covid che ha messo a disposizione"; "con la stessa delibera - affermano - la Regione garantisce al privato fino al 90% del budget previsto per quest'anno per le attività non Covid". (ANSA).