Resti trovati nel 2018 a Porto Recanati, imputato in Bangladesh
A oltre dieci anni di distanza dalla scomparsa da Ancona della 15enne bengalese Cameyi Mosammet, i cui pochi resti vennero trovati nel 2018 in un pozzo a poche decine di metri dall'Hotel House a Porto Recanati (Macerata), ci sarà un processo - inizio il 7 luglio 2021 a Macerata - per l'omicidio volontario della ragazza. Ieri il gup di Macerata Domenico Potetti ha rinviato a giudizio Monir Kazi, allora fidanzatino della giovane, anche lui originario del Bangladesh, che la mattina del 29 maggio 2010 l'aveva raggiunta ad Ancona per poi accompagnarla alla stazione di Porto Recanati dove lui abitava nel grattacielo multietnico. Vennero ripresi insieme dalle telecamere della stazione. Secondo l'accusa l'avrebbe uccisa perchè geloso del fatto che la ragazzina aveva contatti con un altro giovane. Ora però Kazi si trova in Bangladesh con il quale l'Italia non ha accordi per l'estradizione (si sarebbe sposato due volte in patria, e dunque non era presente in aula dove c'era il difensore, avv. Marco Zallocco). Parte civile la famiglia di Cameyi, la madre, i due fratelli, assistiti dall'avv. Luca Sartini. Al tempo dei fatti, Kazi venne sentito dalla Procura di Ancona e indagato per sequestro di persona, ma il pm chiese l'archiviazione. Il caso fu riaperto dopo il ritrovamento dei resti vicino all'Hotel House ma l'indagato, di nuovo chiamato in causa, aveva nel frattempo lasciato l'Italia. Dopo dieci anni il rinvio a giudizio: secondo gli inquirenti gli indizi contro l'imputato sarebbero pesanti. (ANSA).