Ex sindaco dopo spostamento processo da Ancona a L'Aquila
"Il nuovo quadro non cambia lo spirito con cui ho affrontato e continuerò ad affrontare l'iter giudiziario, visto che è mia volontà dimostrare la corretta condotta dell'Amministrazione comunale in quel drammatico frangente che ha colpito al cuore la nostra città". Così Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Pd in Consiglio regionale ed ex sindaco di Senigallia, commenta la decisione del collegio penale di Ancona di spostare a L'Aquila il processo per l'alluvione di Senigallia del 3 maggio 2014.
"Sono però convinto che lo spostamento di sede - prosegue - rappresenti un bene per tutti, visto che i fatti accaduti potranno essere dibattuti in un contesto certamente più sereno.
Serenità che, per tante ragioni, è spesso mancata in questi anni, permettendo persino ad alcune figure, sempre in prima linea nei comitati cittadini, di strumentalizzare la vicenda con l'intento di trasformarla in un processo politico a danni miei e delle Amministrazioni comunali degli ultimi 20 anni, e di utilizzarla, ahiloro invano, come trampolino elettorale".
"Da quel maledetto giorno - continua Mangialardi - sono passati sei anni, di cui cinque impegnati dalla Procura di Ancona per lo svolgimento delle indagini e uno di attesa per l'udienza preliminare. Una situazione kafkiana che non ho certo determinato io - osserva ancora - e che, anzi, ho vissuto con grande apprensione, ansioso di dimostrare quanto prima la bontà del mio operato e di smontare le assurde accuse contestatemi".
Mangialardi andrà a L'Aquila, conclude, "con la stessa carica umana che ho avuto in questi sei anni di attesa per svolgere un processo dove sono convinto che sarò pienamente assolto".
(ANSA).