Necessaria rete sensori per ascoltare segnali premonitori Terra
La possibilità di prevedere un terremoto non è un obiettivo impossibile: un giorno potrebbe essere raggiunto "migliorando la comprensione di alcuni segnali premonitori, come il movimento dei fluidi prima di una forte scossa". Lo ha detto all'ANSA il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni a margine dell'incontro 'Porte aperte all'Ingv', organizzato a due anni dalla sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia. Gli esperti dell'Ingv hanno raccontato a insegnanti e semplici cittadini, in visita ai laboratori dove vengono simulati i terremoti, che a due anni dalla sequenza sismica del 2016 sono stati circa 95.000 le scosse, e la terra sta ancora tremando.