Goletta Verde 2024, mare e laghi italiani non godono di ottima salute

Non sempre il mare cristallino nel quale milioni di turisti in questi giorni si stanno immergendo durante le ferie è sempre così pulito. Anzi, spesso è esattamente il contrario. La Goletta Verde di Legambiente è rientrata in porto dopo aver navigato da Nord a Sud lungo tutte le coste italiane toccando 15 Regioni. Assieme a lei anche Goletta dei laghi ha solcato le acque di 39 laghi in 11 regioni diverse. “Dal 1986 ci impegniamo a riaprire alcuni territori a una salute del mare che non è garantita perché mancano gli impianti e depurazione”, ci dice il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. Preoccupa soprattutto lo stato di salute del mare. Su 394 punti campionati tra giugno, luglio e inizio agosto il 37% è stato giudicato complessivamente “oltre il limite”, con 101 punti che hanno ricevuto il giudizio di “fortemente inquinato” e 39 di “inquinato”. Un dato in costante peggioramento rispetto agli anni scorsi: nel 2002 era il 31%, nel 2023 il 36%, quest’anno il 37%, appunto In media si registra un punto inquinato ogni 76 km di costa. Foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago si confermano i punti critici. Il 47% dei prelievi complessivi è avvenuto presso le foci dei fiumi. Nel 59% dei casi il giudizio è stato “oltre il limite" . Migliori invece i risultati dei campioni prelevati nelle acque dei laghi, nelle zone costiere di maggior afflusso di bagnanti, ma anche in prossimità di punti critici: in base alla analisi solo il 14% dei campioni ha ricevuto un giudizio negativo. Nelle provette d’acqua Legambiente ha trovato quelle sostanze che pochi giorni fa i campioni olimpici temevano fossero nella Senna: di escherichia coli oltre cocchi intestinali. “Si tratta di batteri di origine fecale nelle acque di fiumi, laghi, aree marine prossime alle spiagge”, nota il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo che commenta: “si tratta di una fotografia che dimostra ancora una volta le criticità croniche del nostro Paese”. Novità di quest’anno sono i 18 osservati speciali Si tratta di punti dove negli ultimi 10 anni Legambiente ha notato concentrazioni particolari di inquinamento. Quattordici si trovano lungo la costa, quattro nei laghi Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena. Quest’anno per la prima volta è stata anticipata l’attività di rilevazione. Tra marzo e giugno ha ripetuto in media tre prelievi aggiuntivi a quello ufficiale previsto durante il passaggio delle campagne in estate. Risultato: su 45 campioni, 32 lungo la costa e 13 nei laghi, il 69% ha mostrato concentrazioni al di sopra dei limiti di legge anche nei mesi precedenti al periodo estivo. Sistema di impianti depurazione insufficiente Indubbiamente tra le minacce per lo stato di salute della qualità delle acque di mare e laghi c’è l’accelerata della crisi climatica nel 2024. Siccità e aumento degli eventi meteo estremi mettono a dura prova gli impianti di depurazione. “In questi anni abbiamo assistito alla costruzione di diversi depuratori, ma non tutti quelli necessari”, sottolinea Ciafani, “sono trascorsi ormai quasi 50 anni dalla prima legge sulla depurazione delle acque . La transizione ecologica della depurazione italiana sta andando troppo lentamente”. L’Italia ha una rete insufficiente a trattare e depurare le acque dei corsi d’acqua e il risultato è che l’inquinamento che si accumula da monte verso valle arriva in mare indisturbato. “La mucillagine delle scorse settimane nell’Adriatico è frutto della temperatura elevata dell’acqua, ma anche della presenza di sostanze chimiche portate dai fiumi che fanno proliferare questi microorganismi”, commenta il presidente di Legambiente. L’Unione Europea ha avviato quattro procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese per il mancato adeguamento in materia di adeguamento alle norme sul controllo e la pulizia delle acque. Una si è conclusa e l’Italia sta pagando 142 milioni di euro di multa. “Soldi che avremmo potuto spendere per sistemare ed implementare il sistema”, dicono da Legambiente. I depuratori potrebbero aiutare anche sul fronte siccità in molte zone. “I depuratori servono anche a garantire un approvvigionamento idrico per quei terreni agricoli che sono sempre più in carenza idrica e che potrebbero utilizzare i reflui depurati”, ci dice Ciafani. “Acque che gettiamo in mare o nei fiumi inutilmente, mentre sarebbe molto importante riutilizzarle in agricoltura, anche perché hanno un contenuto di fosforo e di azoto, che ridurrebbe anche la necessità di acquistare fertilizzanti chimici”. Investire sull’eolico off-shore È Fondamentale investire anche su rinnovabili ed eolico off-shore. L’Italia è in forte ritardo: abbiamo un solo parco attivo a Taranto. Il nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima si pone un obiettivo di soli 2,1 GW sebbene il potenziale dell’eolico offshore è enorme. “L’Italia rappresenta il terzo mercato in Europa come tecnologia”, commenta Katiuscia Eroi, responsabile Energia di Legambiente, “i cittadini sono ben consapevoli del fatto che noi siamo di fronte a un cambiamento necessario, possiamo scegliere se continuare su una strada fatta di gas.”

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