Cambiamento climatico, a che punto è la lotta nei tribunali?

Sempre più spesso, la lotta al cambiamento climatico passa per i tribunali: lo dimostra l’ultima edizione del Global trends in climate change litigation report, lo studio che fotografa l’andamento delle cause per il clima nel mondo realizzato dalla London School of Economics. Tra i dati più significativi, l’aumento di cause intentate al di fuori degli Stati Uniti, che dal 1986 è il Paese che ha accumulato più azioni legali, e soprattutto nei Paesi del cosiddetto Sud globale. Non solo: fuori dagli Usa, aumentano anche le cause contro le aziende, che raggiungono il 40% dei procedimenti iniziati nel 2023. Cresce anche il numero di imprese private e governi accusati di “greenwashing”, ovvero di promuovere politiche apparentemente favorevoli all’ambiente solo per ragioni di pubbliche relazioni. Cause in aumento. Segnali dal Sud Dal 1986 sono state avviate 2.666 cause per il clima, di cui circa il 70% in seguito alla firma dell’Accordo di Parigi del 2015. Secondo il report, nel 2023 ne sono state intentate 233, in leggero calo rispetto all’anno precedente, quando ne erano state avviate 267. Il team di ricerca sottolinea come questa diminuzione possa essere dovuta a una varietà di fattori: negli Stati Uniti, ad esempio, il 2023 è stato un anno di diffusione senza precedenti delle energie rinnovabili, mentre nel resto del mondo è possibile che gli attivisti abbiano scelto di concentrarsi su un numero minore di casi che hanno però maggiore probabilità di portare a una sentenza positiva o avere un impatto significativo e duraturo. Tra i Paesi con il maggior numero di cause registrate nel 2023 troviamo gli Stati Uniti , il Regno Unito , il Brasile e la Germania . Il 2023 è anche stato l’anno in cui sono state avviate le prime azioni legali in Panama e Portogallo, con esiti differenti: nel primo caso, gli attivisti climatici hanno ottenuto la chiusura della più grande miniera di rame a cielo aperto dell’America Centrale, mentre la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto inammissibili i ricorsi per inazione climatica intentati da un gruppo di giovani portoghesi contro il loro governo e quello di altri 32 Paesi. Inoltre, dal report arrivano segnali incoraggianti dal Sud globale, ovvero all’insieme di Paesi a basso e medio reddito principalmente situati in Africa, America Latina, Asia e Oceania. Il report registra infatti più di 200 casi provenienti da questi Paesi, che rappresentano circa l’8% del totale dei casi, con il Brasile in testa per numero di azioni legali avviate negli anni. Aziende nel mirino Come si segnala nel report, storicamente la maggior parte delle cause per il clima sono intentate da individui o organizzazioni non governative nei confronti di Stati o governi. Come si segnala nel report, storicamente la maggior parte delle cause per il clima sono intentate da individui o organizzazioni non governative nei confronti di Stati o governi. Nel 2023, tuttavia, i ricercatori segnalano una sostanziale differenza tra le cause avviate negli Stati Uniti, che solo nel 15% dei casi prendono di mira le aziende, e nel resto del mondo, dove il numero di queste azioni legali arriva al 40%. Secondo gli autori del report, questo aumento è dovuto al crescente interesse dimostrato da attivisti e accademici nei confronti dell’impatto delle aziende sul clima. Un interesse che non si ferma all’industria fossile, ma che negli ultimi anni si è spostato anche sul settore dei trasporti, del cibo, dell’e-commerce e sulla finanza. Crescono le accuse di "greenwashing" Infine, gli autori del report segnalano come la maggior parte delle azioni legali riguardi oggi l'integrazione di nuovi standard e principi climatici all’interno di policy aziendali o governative. Al secondo posto, le cause per greenwashing, sia nel settore privato che pubblico: solo nel 2023 ne sono state intentate 47. Un tipo di azione legale che ha più probabilità di avere un esito positivo: tra il 2016 e il 2023, infatti, più della metà di queste cause sono state vinte. In futuro, i ricercatori prevedono la nascita di nuove tipologie di azioni legali legate al clima, riguardanti soprattutto i piani di ricostruzione delle zone colpite da disastri climatici e la sinergia tra casi ambientali, climatici e in difesa dei diritti umani. Dalle istituzioni europee emerge anche una nuova attenzione per il reato di ecocidio, citato per la prima volta in una direttiva approvata dal Parlamento europeo lo scorso febbraio.

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