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Cambiamento climatico, quali sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 e a che punto siamo

Ambiente
©Ansa

La lotta contro il "climate change" è presente anche nell’Agenda 2030, che raccoglie una serie di target firmati dai 193 Paesi dell’Onu relativi allo sviluppo umano generale e che ovviamente comprende diversi propositi ambientali

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Gli obiettivi da raggiungere sono ancora lontani. Questa è la situazione in merito ai propositi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai 193 Paesi membri dell’Onu. Al suo interno sono presenti 17 “Sustainable Development Goals” (SDG), obiettivi che toccano le più importanti criticità a livello mondiale, dall’ambiente al lavoro e all’uguaglianza di genere. 

Cos’è l’Agenda 2030

L’Agenda 2030 nasce con l’obiettivo di riprendere quanto raggiunto con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano progetti comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo globale: per questa ragione toccano quindi tutti i Paesi, essendo temi comuni. Ad impegnarsi non possono essere soltanto i governi ma anche l’opinione pubblica e il mondo delle imprese, visto che serve soprattutto consapevolezza riguardo la necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio di paradigma socioeconomico e le numerose e complesse sfide a livello sia ambientale che istituzionale.

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Gli obiettivi

Tutti i 17 obiettivi sono importanti ma alcuni hanno un peso specifico certamente superiore, come ad esempio il cambiamento climatico e la tutela dell'ambiente, che ritroviamo "spacchettato" in diversi target. Ma quali sono? Nella lista ci sono il proposito di rendere le città “inclusive, sicure, durature e sostenibili” (SDG 11); conservare e utilizzare mari e risorse marine “in modo durevole e per uno sviluppo sostenibile” (SDG 14); salvaguardare l’ecosistema terrestre “favorendone un uso sostenibile” (SDG 15) e infine garantire “modelli sostenibili di produzione e di consumo” (SDG 12). Da non dimenticare come ci sia anche un target vero e proprio, il n.13, che sottolinea "l'importanza di promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico".

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A che punto siamo

A livello generale possiamo dire la situazione è ben lontana dal potersi considerare positiva. Per il secondo anno consecutivo, infatti, non si sono registrati miglioramenti nel raggiungere gli obiettivi elencati dal documento e, secondo quanto si apprende dal "Sustainable Development Report 2022", il punteggio medio dell’Indice SDG risulta addirittura diminuito rispetto 2021. C’entrano sicuramente il quasi inesistente miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi poveri o vulnerabili; la guerra in Ucraina e anche gli irrisolti problemi lasciati dalla pandemia di Covid-19. Temi che toccano anche l'ambiente: il report del 2022 evidenzia come l’85% delle zone umide sia scomparso negli ultimi 300 anni e come si continui a registrare un’incredibile perdita di biodiversità, un valore trasversale che si ritrova in 14 dei 17 obiettivi prefissati. Una parziale buona notizia arriva però dal settore energetico: gli impegni europei in merito al Green New Deal evidenziano come gli investimenti in materia di fonti energetiche rinnovabili siano addirittura aumentati, nonostante le turbolenze internazionali e il possibile ritorno a fonti di energia fossili. Eppure non basta: a 7 anni dalla data finale dell'Agenda è necessario che tutti i Paesi si impegnino per raggiungere gli obiettivi prefissati.

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