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Cop27, via libera alla creazione del fondo per pagare perdite e danni

Ambiente

l'inviato a Sharm el-Sheikh, Alberto Giuffrè

Dopo l’ennesima lunga notte di negoziati si è conclusa la Cop27 di Sharm el-Sheikh. Raggiunto lo storico accordo sul loss and damage. Ma non ci sono passi avanti sulle riduzioni delle emissioni

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Doveva essere una conferenza sul clima di passaggio. Dopo un tempo supplementare durato quasi 30 ore, la Cop27 di Sharm el-Sheikh è finita invece con un risultato storico: la creazione di un fondo per pagare perdite e danni ai Paesi colpiti da una crisi climatica che non hanno contribuito a creare. Cioè il loss and damage. Un risultato arrivato all’ultimo miglio con una sessione plenaria iniziata a notte fonda. Quando finalmente è stata raggiunto il consenso dell’assemblea. L’unica assemblea al mondo in cui i piccoli hanno la possibilità di far valere la propria voce come i grandi.

Fondo operativo in due anni

Il loss and damage è stata per trent’anni la battaglia portata avanti da oltre 150 Paesi colpiti da eventi sempre più estremi. Non una questione di carità ma di giustizia climatica. Che si traduce in un fondo nuovo che tra due anni dovrebbe diventare operativo.

I grandi, su tutti Stati Uniti e Unione Europea, da sempre contrari alla creazione di questa istituzione, alla fine hanno ceduto. Erano contrari per timori di responsabilità legali legati ai danni storici e per questioni finanziarie. Hanno acconsentito mettendo nero su bianco che i soldi dovranno andare ai Paesi particolarmente vulnerabili, allargando così il bacino dei beneficiari rispetto al testo iniziale.

Pochi impegni sulla riduzione delle emissioni

Non hanno ottenuto in cambio, come chiedevano, impegni più stringenti sulla riduzione delle emissioni. Il compromesso è stato raggiunto sul non fare passi indietro rispetto al patto siglato un anno fa a Glasgow. Cioè non superare il grado e mezzo di riscaldamento medio globale rispetto ai livelli preindustriali. La soglia critica che ci porta a un pianeta sempre meno vivibile.

Un successo o un fallimento

Da una parte la creazione di un fondo per le perdite e i danni, viene vista come un passo avanti. Dall’altra gli impegni per fermare l’origine del problema, la causa che porta a queste perdite e a questi danni, rimangono fermi al palo. Un modo per ricordarci che affibbiare un’etichetta di successo o di sconfitta a una Cop non è mai saggio. Si guarda a Dubai adesso, che ospiterà la Cop28. Per capire se su quell’autostrada verso l’inferno climatico di cui ha parlato il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, abbiamo sollevato il piede dall’acceleratore. 

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