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Quanti alberi servono per assorbire le emissioni CO2 della navigazione online?

Ambiente
©Getty

Le nuove piattaforme che monitorano il gas serra prodotto dalle sessioni di ricerca su internet

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Viaggiare in auto e in aereo, mangiare carne, sparare al massimo l’aria condizionata. Sono alcune tra le azioni che abbiamo imparato a riconoscere come inquinanti. Ma non finisce qui. Nella lunga lista si dovrebbe includere a buon diritto anche la navigazione su Internet. Un’attività apparentemente sedentaria e innocua, che ha un forte impatto sull’ambiente. Una ricercatrice spagnola monitora dal 2015 la produzione di gas serra legata al tempo speso online.

Quanto consumiamo?

Grazie a Joana Moll, artista e studiosa che vive tra Berlino e Barcellona, possiamo costantemente tenere d’occhio la produzione di gas serra che ci lasciamo alle spalle durante le nostre sessioni online. Moll ha inventato un vero e proprio contatore di emissioni prodotte dal motore di ricerca più consultato. In soli 5 secondi di utilizzo del web rimangono nell’aria 2.552,46 kg di CO₂. Si parla quindi di 500 kg di emissioni ogni secondo. 

Gli alberi

Non ci si è limitati a creare questo strumento di monitoraggio e quantificazione che ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare il grande pubblico. “Quanti alberi sono necessari per realizzare 1 secondo di queste ricerche?”, si è chiesta. Per rispondere a questa domanda è nato un nuovo progetto, chiamato Defoooooooorest, un sito che restituisce graficamente il numero di alberi che servono per assorbire le emissioni prodotte durante un certo lasso di tempo speso in rete. Le immagini degli arbusti si accumulano di secondo in secondo fino all’infinito: sulla piattaforma si incontrano arte e scienza. Si tratta infatti di un’opera d’arte digitale che si basa su studi scientifici, ma che permette di visualizzare concretamente il proprio impatto.

Il boom di internet

Questi studi saranno sempre più attuali e anche per questo si stanno moltiplicando. Il consumo internet è destinato a crescere via via che l’accesso alla rete si democratizza e raggiunge un numero maggiore di persone. Circa il 60% della popolazione mondiale è online. Un dato che non è neanche lontanamente paragonabile all’ 8% registrato nel 2001, secondo la World Bank. Una tendenza che si è accentuata con la pandemia, quando milioni di persone costrette a casa hanno intensificato la propria presenza online sia per lavoro che per socialità. Solo in Italia a un anno dallo scoppio della pandemia, secondo l'Audience digitale di Comscore (NASDAQ: SCOR), si stimava una crescita di 4 punti percentuali della penetrazione di internet.