Cop26, finanza pubblica e privata per il clima: ecco gli impegni

Ambiente

l'inviato a Glasgow, Alberto Giuffrè

Annunciati fino a 130mila miliardi di dollari dal capitale privato per arrivare a emissioni zero entro il 2050. Mentre secondo l'Onu servono mille miliardi l'anno per i Paesi poveri. Ecco come è andata la giornata dedicata alla finanza

Nel giorno dedicato alla finanza, arrivano nuovi annunci dalla Conferenza sul clima di Glasgow. Annunci che però, come sempre, aspettano di confrontarsi con la realtà dei fatti.

Da 20 Paesi stop agli investimenti nel fossile all'estero

Come l’impegno da parte di venti Paesi a smettere di finanziare l’industria dei combustibili fossili all’estero per dirottare i soldi sull’energia verde. Già dall’anno prossimo. Una promessa che coinvolge paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Danimarca così come il Costa Rica uno dei Paesi in via di sviluppo che beneficerebbe degli investimenti green.

La promessa dei 100 miliardi

Proprio i Paesi poveri, gli stessi che meno hanno contribuito alla crisi climatica ma che più ne pagano e ne pagheranno le conseguenze, aspettano intanto che venga mantenuto l’impegno dei 100 miliardi all’anno da parte delle nazioni più ricche. All’appello mancano ancora circa 20 miliardi. "La conferenza deve riconoscere i significativi passi avanti. Ma dobbiamo vedere anche come passare dagli annunci alla mobilitazione di questi miliardi", ha detto Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Londra sarà la prima piazza finanziaria net zero

Uno degli obiettivi di questa Cop è coinvolgere il più possibile il settore privato. Ecco allora che Rishi Sunak, ministro delle Finanze del Regno Unito, si presenta  con una valigetta verde simbolo della finanza green per annunciare che Londra diventerà la prima piazza finanziaria a emissioni nette zero. Il piano è questo: i big della finanza saranno liberi di stabilire una road map per decarbonizzare ma saranno “obbligati” a farlo in forma “trasparente”.

Le accuse di green washing

Non basta ad allontanare le accuse di Greenwashing, cioè l’ambientalismo di facciata, da parte dell’attivista Greta Thunberg che su Twitter scherza: mi impegno a diventare a emissione di parolacce nette zero. Per ogni parolaccia che dirò, dirò una cosa carina per compensare. 

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