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Clima, si chiude la Pre-Cop26 di Milano. Cingolani: "Spero diventi svolta storica"

Ambiente

Termina il vertice preparatorio a quello di Glasgow di novembre. C'è consenso fra i 50 ministri dell'Ambiente per aumentare gli impegni per decarbonizzare. Il capo del Ministero della Transizione Ecologica: "In futuro nessun investimento su combustili fossili. Su impegno per il clima c'è consenso globale". Il vice presidente della Commissione europea Timmermans: i cambiamenti climatici sono "la più grande minaccia per l'umanità". L'inviato Usa per la lotta al cambiamento climatico, Kerry: "Ogni Paese faccia il suo"

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Si è conclusa la Pre-Cop26 di Milano, l'evento di preparazione alla Cop26 di Glasgow (31 ottobre al 12 novembre). I 50 ministri dell'Ambiente concordano: "Occore fare di più per mantenere il riscaldamento sotto 1,5 gradi, aumentare gli Ndc (gli impegni degli Stati per la decarbonizzazione, ndr), garantire il fondo per il clima da 100 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo e andare avanti con il libro delle regole (Rulebook) sull'Accordo di Parigi", come ha detto il presidente della Cop26 Alok Sharma. "Dobbiamo dimostrare che siamo tutti impegnati a rispettare gli accordi di Parigi", ha sottolineato l'inviato Usa per la lotta al cambiamento climatico, John Kerry, nel suo intervento  (L'INTERVISTA DI SKY TG24). Mentre il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha avvertito: i cambiamenti climatici rappresentano "la più grande minaccia per l'umanità" e occorre quindi "cambiare radicalmente e velocemente" (SEGUI LO SPECIALE). Il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nella conferenza stampa finale dell'iniziativa: “Spero diventi una svolta storica” (GUARDA L'INTERVISTA DI SKY TG24).

Cingolani: "Nessun futuro per investimenti su combustibili fossili"

Nessun futuro per gli investimenti sui combustibili fossili, promette Cingolani. Il ministro ha spiegato che si cercherà di disincentivare “qualsiasi investimento in ricerca ed estrazioni di fossili”, anche se “è impossibile raggiungere subito zero investimenti, perché la transizione implica che per un certo lasso di tempo ci sarà coesistenza tra rinnovabili e fossili. Ma la strada è ben chiara". Il ministro ha poi assicurato che "entro fine anno saranno aperte nuove pipeline e avreno una riduzione del prezzo del gas. Ma rimaniamo sulla strada dell'uscita dal gas. Le bollette aumentano all'80% per l'aumento del prezzo del gas e al 20% per quello del carbonio. Non si può dire che la transizione energetica aumenti il costo dell'energia. Vogliamo uscire dal gas e servono investimenti sulle rinnovabili".

"Su clima anche Cina vuole accelerare"

Anche la Cina, il Paese che emette più gas serra in tutto il mondo, è consapevole della gravità della crisi climatica, ha aggiunto Cingolani. "Già al G20 dell'Ambiente a Napoli a luglio i rappresentanti cinesi mi avevano detto di comprendere che la decarbonizzazione è un obiettivo fondamentale e che bisogna rispettare l'Accordo di Parigi”, ha detto. L’urgenza di adottare dei cambiamenti radicali da discutere al summit di Glasgow, specifica il ministro, si è fatta ancora più forte dopo la pubblicazione del rapporto Ipcc che segnala come, con le condizioni attuali, la temperatura crescerà di tre gradi entro fine secolo. Per questo, ha sottolineato Cingolani, alla Cop26 “ci sarà un consenso globale”.

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Sharma: "La transizione deve essere equa"

Ne è convinto anche Sharma, che ha spiegato come tutti i 34 Paesi visitati negli ultimi otto mesi, Cina compresa, “hanno detto che vogliono che la Cop26 sia un successo. C'è un riconoscimento generale che il cambiamento climatico non ha confini. Sono fiducioso in un risultato positivo”. Secondo Sharma, "la scienza ci dice che, per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, al 2030 dovremmo ridurre del 45% le emissioni di gas serra rispetto al 2010. Ma con gli Ndc attuali (gli impegni degli stati a decarbonizzare, presi dell'ambito dell'Accordo di Parigi, ndr), avremmo invece un aumento del 16% delle emissioni al 2030". "Il nostro obiettivo è ridurre le emissioni di carbonio, ma la transizione deve essere equa – ha aggiunto Sharma –. I lavoratori del settore delle fossili devono avere sostegno e trovare nuovi posti di lavoro". Secondo il presidente della Cop26, "i Paesi del G7 hanno garantito l'abbandono del carbone entro il 2030. Per gli altri Paesi, l'obiettivo potrebbe essere al 2040". Quanto all'obiettivo di zero emissioni nette di gas serra, ha aggiunto Sharma, "i Paesi del G7 e il Brasile si sono impegnati al 2050, la Cina al 2060". Oggi, ha concluso il presidente della Cop26, "il 70% delle economie mondiali ha target di neutralità climatica. Fino a qualche anno fa era solo il 30%".

Kerry: "Ciascuno deve fare la sua parte"

John Kerry nel suo intervento a Milano ha spiegato che "scendere ben sotto a un aumento di temperatura di 2 gradi non significa ridurla di 1,9 o 1,7 gradi, ma almeno di 1,5 gradi". "È un obiettivo che possiamo raggiungere - ha aggiunto - ce lo chiede la scienza". "Non tutti i Paesi devono fare la stessa cosa - ha sottolineato - ma ciascuno deve fare la sua parte". L'inviato Usa per il clima è "fiducioso in un accordo sul clima con la Cina": "Mi incontro spesso con i partner cinesi, le nostre relazioni sono ottime ma i Paesi del G20 devono fare di più".  Poi, sulla Cop di Glasgow, ha ricordato: "È dietro l'angolo, mancano 30 giorni per il punto di partenza della sfida del decennio e del secolo".

Timmermans: "Stupito se ci sarà ancora carbone oltre il 2040"

"Bisogna mitigare l'aumento delle temperature", ha spiegato a sua volta Timmermans invitando tutti i Paesi a "presentare il proprio piano" per tagliare le emissioni di anidride carbonica alla Cop-26 di Glasgow. "Non ci devono essere dubbi che stiamo lottando per la sopravvivenza della specie umana", ha quindi aggiunto. Poi un passaggio anche sugli Usa che "sono tornati con noi nella lotta al cambiamento climatico", "il nostro dovere in vista della Cop 26 di Glagow è di convincere altri Paesi a farlo". "Sarei molto stupito", ha poi aggiunto, "se ci sarà ancora una consistente industria del carbone oltre il 2040 nel mondo". 

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Alla Pre-Cop26 di Milano è spettato il compito di preparare le decisioni che saranno adottate alla Cop26 di Glasgow (31 ottobre-12 novembre). Questa sarà la conferenza sul clima più importante dopo quella di Parigi del 2015, la Cop21. Nella città scozzese, i 197 Stati firmatari dell'Accordo di Parigi dovranno presentare i loro nuovi impegni di decarbonizzazione (National Determined Contributions, NDC), che aggiornano quelli presi a Parigi 6 anni fa. Gli NDC dovevano essere rivisti dopo 5 anni, ma l'anno scorso la Cop di Glasgow è stata rinviata al 2021 per il Covid.

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