La Cina rimuove i panda dalla lista delle specie a rischio

Ambiente

Marco Melegaro

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I panda giganti non sono più minacciati di estinzione, anche se rimangono una specie vulnerabile. E’ quanto hanno stabilito le autorità della Cina, sottolineando che il numero di questi animali in natura è arrivato a 1.800.

Il panda gigante può mangiare un po’ più tranquillo i suoi germogli di bambù. Per le autorità cinesi, l’animale simbolo del Paese è una specie vulnerabile. La nuova classificazione riflette: “Migliorate condizioni di vita realizzate grazie agli sforzi per la loro conservazione, inclusa l’espansione dell’habitat”. A parlare è Cui Shunong, dirigente del ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente. L'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) aveva gia' rimosso fin dal 2016 i panda giganti dalla lista delle specie a rischio di estinzione, riclassificandoli appunto come "vulnerabili". Tuttavia, in quella occasione, Pechino aveva contestato la decisione, affermando che essa poteva indurre ad attenuare gli sforzi per la conservazione di questi animali. Le condizioni di vita delle specie rare e minacciate in Cina hanno visto nel frattempo notevoli miglioramenti grazie all'impegno attivo del Paese nella protezione della biodiversità e nel ripopolamento degli ecosistemi. Lo ha dichiarato Cui Shuhong, funzionario del ministero dell'Ecologia e dell'Ambiente in una conferenza stampa. Ecco che il panda gigante e' stato rimosso dalla lista degli animali in pericolo, dal momento che attualmente sono 1.800 gli esemplari che vivono in natura. Secondo Shunong, il miglioramento delle condizioni di vita della fauna selvatica cinese è dovuto all'impegno del Paese nel creare un sistema piuttosto ampio di riserve naturali, con lo scopo di proteggere vaste aree di ecosistemi naturali in modo sistematico e completo. Tanto che alla fine del 2019 la Cina aveva 11.800 riserve naturali, che rappresentano il 18% della superficie del Paese. In Cina la popolazione di diverse specie rare e minacciate è gradualmente in ripresa. Infatti, il numero di tigri siberiane, elefanti asiatici e ibis crestati è cresciuto rapidamente. Il dirigente cinese ha ribadito che le specie minacciate quali il panda gigante selvatico, l'antilope tibetana e il cervo milu ora vivono in ambienti migliorati.

L’impegno del WWF per i panda giganti

Il disboscamento aveva reso sempre più complicato per i panda trovare i germogli di bambù necessari per il loro sostentamento. La scarsità di cibo ha costretto questi animali negli anni  a spostarsi di continuo. Si sono così esposti al bracconaggio e ai mille pericoli dovuti alle infrastrutture costruite dall’uomo. Secondo l'ultimo censimento del WWF che è in linea con i dati diffusi dal governo cinese sono esattamente 1864 gli esemplari di panda rimasti. Il WWF anche in Italia raccoglie contributi con la campagna: “Adotta un panda”. Un aiuto quello dell’organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale che ha permesso di gestire e creare delle riserve in Cina e ha consentito ai panda di spostarsi, nutrirsi e riprodursi in modo sicuro. Il nostro WWF collabora con i veterinari della riserva di Wolong in Cina, che in ogni momento si prendono cura di questa specie. Assieme ad altre associazioni ha messo a punto delle nuove tecniche innovative per proteggere i panda. Sono le “Camera traps”, telecamere ad alta tecnologia, collegate tra loro per via satellitare. Riprendono ogni momento del ciclo biologico di questi animali segnalando eventuali pericoli per la loro sopravvivenza.

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