Monitorato per 40 anni, secondo gli esperti "è stato tra i più profondi e duraturi". Richiamo alla comunità internazionale: “Bisogna applicare il protocollo di Montreal”
Dopo 40 anni gli scienziati della World Meteorological Organization hanno dichiarato che si è "finalmente chiuso" il buco dell'ozono in Antartide. L’Omm ricorda che "è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio".
Il record nel 2020
Il buco era cresciuto rapidamente da metà agosto scorso, arrivando a misurare circa 24,8 milioni di chilometri quadrati. Gran parte del continente antartico ne era interessato. A provocarlo è stato un vortice polare forte, stabile e freddo, oltre a temperature molto rigide nella stratosfera. Gli stessi fattori si sono ripresentati nel 2020, contribuendo a provocare l'estensione record dell'anno scorso. Alla fine di dicembre il buco si è chiuso "dopo una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell'atmosfera".
Obiettivo: applicare il protocollo di Montreal
"Le ultime due stagioni del buco dell’ozono antartico dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità", ha spiegato Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’Omm, in un comunicato stampa dell'Omm. Per questo, Tarasova auspica un'azione internazionale continua "per applicare il protocollo di Montreal", siglato nel 1987, che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.