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Caldo in Australia, koala beve dalla borraccia della ciclista. VIDEO

Ambiente

Il marsupiale vagava sofferente ad Adelaide per le alte temperature che stanno colpendo il Paese. Intanto il ministro dell'Ambiente di Canberra lancia l'allarme: per gli incendi sarebbe morto il 30% degli animali

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Prima una passante, poi un pompiere, ora una ciclista. In Australia, i koala cercano l'aiuto dell'uomo per sopportare l'ondata di caldo e l'emergenza incendi che stanno colpendo il Paese (FOTO - VIDEO). E così ha fatto ieri, 27 dicembre, un altro esemplare, che vagava sofferente nella zona intorno ad Adelaide. Anna Heusler - questo il nome della donna che lo ha soccorso - ha offerto la propria borraccia all'animale, che non ha smesso di bere per almeno trenta secondi. "Non ho mai visto niente di simile. Quanta sete che ha", dice la ciclista che ha poi chiesto ai propri compagni di allenamento se avevano altra acqua.

La strage silenziosa

Le temperature sopra i 40 gradi e i roghi che stanno devastando parte dell'Australia hanno ridotto sensibilmente la popolazione dei koala. Il 30% della specie australiana sarebbe morto negli incendi. L'allarme è stato lanciato dal ministro dell'Ambiente di Canberra, Sussan Ley, durante un'intervista al programma radiofonico AM della Abc. "Ne sapremo di più quando le fiamme si placheranno e sarà possibile effettuare una valutazione adeguata", ha poi aggiunto.

Colpa dell'uomo

Gli incendi hanno cancellato almeno 5 milioni di ettari di foreste, di cui 3,4 nel Nuovo Galles del Sud, che rappresenta il 30% dell'intero habitat dell'animale simbolo dell'Australia. La popolazione dei koala conta tra i 15mila e i 28mila esemplari. Già a inizio dicembre si parlava di migliaia di koala morti carbonizzati, i cui corpi - avevano avvisato le autorità - erano di fatto irrecuperabili. Anche James Tremain, portavoce del Consiglio per la conservazione della natura del Nuovo Galles del Sud, aveva dichiarato a novembre che il declino del koala si sta verificando "lentamente e silenziosamente. Il loro numero negli ultimi 20 anni è precipitato". La colpa è soprattutto dell'uomo: "Stiamo distruggendo direttamente migliaia di ettari delle loro foreste attraverso la bonifica per l'agricoltura e il disboscamento per il legname. Ma stiamo anche riducendo indirettamente l'habitat disponibile a causa dei cambiamenti climatici", ha concluso Tremain.