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La plastica in mare inquina "due volte" trasportando sostanze tossiche

Ambiente
I risultati dello studio, secondo l’associazione ambientalista, tracciano un quadro complessivo poco roseo per i mari italiani (Getty Images)

Secondo uno studio sperimentale realizzato da Legambiente in collaborazione con l’università di Siena, i rifiuti marini oltre ad essere inquinanti di per sé sono anche veicolo di ulteriori contaminanti. LO SPECIALE

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"Il rischio connesso con i rifiuti plastici presenti nell'ambiente marino non deriva solo dalla loro presenza, ma anche e soprattutto dal fatto che fanno da catalizzatori di sostanze tossiche che finiscono poi nell'ecosistema marino". A dirlo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, commentando uno studio sperimentale realizzato dall’associazione ambientalista in collaborazione con l’università di Siena. La ricerca, resa pubblica alla vigilia della Giornata mondiale degli Oceani dell'8 giugno, evidenzia come i rifiuti marini ('marine litter'), oltre ad essere inquinanti di per sé sono anche veicolo di ulteriori contaminanti, che rischiano addirittura di entrare nella catena alimentare umana.

Contaminanti rinvenuti su tutti i campioni analizzati

L'indagine, la prima a livello del Mediterraneo, è stata condotta sui rifiuti galleggianti in mare. Ad essere analizzati sono stati, in particolare, buste, teli e fogli di plastica, che rappresentano la frazione più abbondante del 'marine litter'. Dai risultati preliminari, come spiega Legambiente in un comunicato, emerge che contaminanti come mercurio, policlorobifenili (PCB), DDT ed esaclorobenzene (HCB), sono presenti in tutti i campioni analizzati, in concentrazioni variabili in base all'area di campionamento, la natura del polimero e il grado di invecchiamento del rifiuto.

Rifiuti galleggianti, problema sempre più preoccupante

I risultati dello studio, secondo l’associazione ambientalista, tracciano un quadro complessivo poco roseo in particolare per l’Italia. Lungo le nostre coste il problema del 'marine litter' e dei rifiuti galleggianti sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. Basti pensare che, stando ai dati raccolti da Goletta Verde nel 2017, buste, teli e fogli di plastica costituiscono il 65% dei rifiuti galleggianti monitorati, con il 25% di questi trovato nell’Adriatico centrale. "Purtroppo - spiega Giorgio Zampetti - la cattiva gestione dei rifiuti a monte e la mala depurazione restano la principale causa del fenomeno del marine litter". Per questa ragione, secondo il direttore generale di Legambiente è necessario "prevenire il fenomeno e rimuovere le plastiche che oggi sono disperse in mare e sulle spiagge, non solo per la salvaguardia ambientale ma anche per la tutela della salute".