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Aumentano le piste ciclabili, non gli italiani in bici

Ambiente
Cicilisti nel centro di Milano (Fotogramma)

Secondo i dati dell'Osservatorio nazionale Focus 2R, nel giro di sette anni il numero delle corsie dedicate ai ciclisti è cresciuto del 50%, ma gli italiani in bici restano fermi al 3,6%. Legambiente: "Infrastrutture fatte male e non competitive"

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Fra il 2008 e il 2015 le infrastrutture per la mobilità in bicicletta sono aumentate del 50%, ma la quota di italiani che usa questo mezzo per muoversi è rimasta invariata al 3,6%. Allo stesso tempo, fra 2015 e 2016 sono aumentati dal 61 al 66% i capoluoghi di provincia che offrono un servizio di bike sharing, mentre i rispettivi abbonati sono scesi del 13%. Più possibilità, ma meno richiesta: è questa la contraddizione che emerge dai dati contenuti nell'Osservatorio nazionale Focus 2R presentato da Anci, Legambiente e Confindustria Ancma, basato sui report di 104 capoluoghi italiani.

Infrastrutture ed abitudini

Nonostante l'aumento degli investimenti sul mondo della bicicletta (in termini di piste ciclabili, di sistemi di bike sharing e così via) l'appeal delle due ruote resta lo stesso. Ciò avviene "non perché non c'è una domanda di nuova mobilità", ha dichiarato Alberto Fiorillo, responsabile dei trasporti di Legambiente, "ma perché le infrastrutture sono fatte male" e "per questo non accolgono utenza e non sono competitive". La spesa dedicata al settore, ritenuto importante per favorire spostamenti a ridotto impatto ambientale, ha però incrementato notevolmente il cosiddetto Prodotto interno bicicletta (Pib), cioè il fatturato complessivo delle attività legate alla bici in Italia, arrivato a 6,2 miliardi di euro. L'analisi di "questo patrimonio, somma della produzione di bici e accessori, delle ciclovacanze e dell’insieme delle esternalità positive generate dai biker", ha commentato Fiorillo, "può fornire gli strumenti giusti per costruire una strategia per il futuro che evidenzi quali sono le infrastrutture in grado di far sbocciare un nuovo stile di mobilità e un generalizzato bici boom".

La bicicletta in cifre

Secondo i dati dell'Osservatorio, nel 2016 è salita al 40% la quota dei capoluoghi che consentono il trasporto delle bici sui mezzi pubblici dal 31% dello scorso anno, favorendo così una mobilità mista. Il 74% dei comuni, inoltre, consente l'accesso alle due ruote anche all'interno delle Ztl, mentre le bici sono autorizzate a circolare in tutte o alcune corsie riservate (come quelle per i mezzi pubblici) nel 41% delle città. Fra le problematiche segnalate da Legambiente c'è la scarsità di parcheggi per le bici: "il 50% dei Comuni dichiara di non avere nessuno stallo dedicato ai velocipedi o, comunque, in percentuale inferiore all’1% del totale" anche se "la disponibilità media dei parcheggi dedicati sale dal 9% al 12%", si legge nella nota dell'associazione. Per quanto riguarda un altra tipologia "green" a due ruote, si segnala che il 41% delle città ha installato colonnine di ricarica per scooter (con una media di circa 30 colonnine pubbliche per comune) e il 38% ha reti di ricarica per biciclette elettriche.

Il commento

"La mobilità a due ruote in Italia e la possibilità di spostarsi su biciclette, scooter e motocicli rappresenta un’opportunità irrinunciabile per le amministrazioni locali italiane, in un’ottica di riduzione delle emissioni e snellimento del traffico" ha dichiarato Andrea Dell’Orto, Presidente di Confindustria ANCMA , "la richiesta di ANCMA è che il quadro regolatorio diventi sempre più chiaro, uniforme e favorevole alla diffusione delle due ruote e alla loro sicurezza nel traffico urbano".