Corte dei conti Ue: necessari più controlli per una pesca sostenibile
AmbienteSecondo l’organo comunitario, nonostante i progressi compiuti nell’ultimo decennio, l’Unione europea non dispone ancora di un sistema di monitoraggio delle attività in mare sufficientemente efficace. SPECIALE SKYTG24: Un mare da salvare
Occorrono maggiori sforzi affinché l'Unione Europea disponga di un sistema di controllo della pesca efficace, in grado cioè di preservare effettivamente gli stock ittici dei nostri mari. È quanto emerge dal rapporto "Controllo della pesca nell’Ue: occorre intensificare gli sforzi" presentato il 30 maggio dalla Corte dei conti europea. Secondo gli esperti, infatti, "gli Stati membri e la Commissione europea hanno compiuto progressi nell’ultimo decennio; tuttavia, l’Ue non dispone ancora di un sistema di controllo della pesca sufficientemente efficace". Nello specifico il rapporto mette sotto accusa le procedure troppo complesse per i registri delle flotte pescherecce, che creerebbero delle lacune nell'applicazione delle norme in alcuni Paesi, tra cui l’Italia.
Un mare senza pesce
Nell’Unione europea la materia è disciplinata dalla Politica comune della pesca (Pcp) che "punta a garantire la sostenibilità a lungo termine degli stock ittici e del settore della pesca". Secondo il rapporto, però, l’inefficacia dei sistemi di controllo impedisce un’efficiente gestione dell’attività in mare. "La relazione della Corte dei Conti Ue – ha dichiarato Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana Europa, una delle maggiori organizzazioni internazionali per
la conservazione di mari e oceani – conferma quanto detto per anni: gli sforzi di controllo devono essere intensificati per una efficace politica della pesca in Europa che impedisca un’attività eccessiva e non sostenibile". Secondo Gustavsson, infatti, "senza un controllo e un'applicazione reale ed efficace, le nostre attività di pesca non saranno altro che un mucchio di carte burocratiche per un mare senza pesce".
Criticità nel controllo
I revisori Ue hanno compiuto ispezioni non solo in Italia ma anche in Francia, Spagna e Scozia. In tutti i Paesi sono emersi ritardi nell'applicazione delle norme da parte degli Stati membri, ma anche problemi di attuazione delle regole decise a livello comunitario. Nello specifico secondo la Corte, le criticità principali sono dovute ai criteri poco trasparenti per la gestione delle quote da parte delle organizzazioni dei produttori e nella trasmissione delle informazioni sulle catture.
Il 96% degli stock ittici sovrasfruttato
Commentando il rapporto, Gustavsson ha sottolineato come le ispezioni abbiano evidenziato che nel mar Mediterraneo "il 79% della flotta è esente dal controllo via satellite". Una grave carenza che secondo l’organizzazione è dovuta al fatto che gli Stati membri hanno esentato dal monitoraggio satellitare i pescherecci "tra i 12 e i 15 metri di lunghezza quando pescano nelle acque nazionali e rimangono in mare meno di 24 ore". Una norma che, per Oceana, consente il sovrasfruttamento da parte della flotta europea del "96% degli stock ittici della regione".
Nuova riforma?
Nel rapporto la Corte dei Conti sottolinea come il successo della Politica comune della pesca passi inevitabilmente per l’applicazione di un sistema di controllo efficace. Un regime di sorveglianza che l’ultima volta è stato riformato nel 2009 sull’onda delle gravi debolezze rilevate proprio dalla Corte dei conti europea nella relazione speciale n. 7/2007.