Due vincitori a 4 Ristoranti: l’intervista a Ivan Fiorilla

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Nella sesta puntata di 4 Ristoranti – Estate assistiamo a una doppia vittoria: quella di Ivan Fiorilla del ristorante “Villa Pizzini” in cima al Mottarone e di Michele Commisso del Nautica di Arona. La sfida sul Lago Maggiore si è conclusa con un inaspettato ex aequo. Chef Borghese ti aspetta tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno

di Barbara Ferrara

 

Colpo di scena durante la sesta puntata di 4 Ristoranti – Estate: Alessandro Borghese incorona due vincitori e non uno come di consueto. Al termine della sfida l’ex aequo lascia perplessi i diretti interessati. All’indomani della sfida abbiamo intervistato i due protagonisti. Ecco cosa ci ha raccontato Ivan Fiorilla che insieme alla sua compagna Sabina porta avanti “Villa Pizzini”. La coppia autodidatta ma con una grande passione per il mondo della ristorazione, si trasferisce da Londra dove vive da anni fino in cima al monte Mottarone, in un’atmosfera da favola. E’ qui in mezzo al bosco che realizzano il loro sogno, qui che comincia la loro avventura, qui che si sentono a casa. L’incantevole vista sul Lago Maggior, la dedizione e l’amore per il loro mestiere fanno il resto.


Come è nata l’idea di aprire “Villa Pizzini”?
L’idea di aprire un ristorante in mezzo alla natura c’era da un po’, lo stavamo cercando fuori Londra, poi un giorno il papà di Sabina, che è un maestro di scii, durante un fuori pista ha trovato una villa abbandonata, ci ha mandato le foto, voleva sua figlia a casa e quando siamo andati a vederla ci siamo innamorati.
Un amore a prima vista su cui investire tanto: è stata dura?
Più del previsto, mancava tutto: l’elettricità, l’acqua, il giardino, il riscaldamento: il restauro della villa è durato un anno e mezzo. E un anno e mezzo fa abbiamo aperto.
C’è stato un momento in cui avete avuto paura di non farcela?
Durante il restauro ci sono stati giorni di disperazione, mai ci saremmo immaginati di dover affrontare così tanti lavori e così tante spese, puntavamo di aprire in sei mesi. Le spese di business plan invece cambiavano spesso e aumentavano.
Alla fine è andata egregiamente.
Quando abbiamo aperto abbiamo fatto una scelta precisa, non spendere neanche un centesimo in pubblicità: volevamo una crescita graduale in modo da arrivare al nostro massimo di coperti pian paino. Fortunatamente tutto è successo più velocemente di quanto ci aspettassimo e oggi riceviamo tantissime prenotazioni di settimana in settimana. Siamo spesso al completo.
Il passa parola dunque funziona ancora?
Per noi sì, assolutamente, vogliamo che se qualcuno viene a mangiare qui è perché gli è stato consigliato, perché sanno che si mangia in un determinato modo e si fanno cose a un determinato livello qualitativo.
Da Londra al Mottarone è un bel salto: cosa vi manca della città?
Niente, stiamo benissimo qui, ci mancano giusto il bacon e la mostarda.
Si aspettava la vittoria? E cosa pensa dell’ex aequo?
Visto come si erano sviluppati gli eventi, non so se mi aspettassi la vittoria; del pari merito non so cosa pensare perché siamo due realtà completamente diverse.
Per esempio?
Innanzitutto a livello qualitativo, di materie prime, di cura e di rispetto dell’ingrediente, ma anche a livello di location e di servizio. Michele dirà sicuramente la stessa cosa, ma io la penso così. Ho mangiato nel suo ristorante e nel mio e la differenza c’è.
Pregi e difetti del Nautica?
Con Michele non ho nessun tipo di problema, non ne parlerei mai male, è un professionista e lavora tanto, ma paragonare i nostri locali per me non ha senso, e non perché io voglia innalzarmi: lui ha un altro genere di ristorante-pizzeria, fa’ di tutto un po’ e ha tantissimi coperti, noi ne abbiamo solo ventotto.
Semplicemente un’offerta diversa.
Sì abbiamo pochi posti e ci concentriamo su alcuni prodotti, seguiamo due approcci diversi.
Il vostro cavallo di battaglia?
Innanzitutto il fatto che la nostra cucina sia stagionale e cambi sovente, e poi senza dubbio la nostra pasta fresca.
Avete un motto, lei e la sua compagna?
Abbiamo dei fondamenti e delle filosofie che sono la stagionalità e la naturalità del prodotto: abbiamo solo materie prime fresche e non utilizziamo cibi surgelati, la maggior parte dei prodotti li produciamo noi nel nostro orto. Abbiamo il nostro allevamento di conigli, abbiamo le galline, andiamo ben oltre rispetto a quello che fanno tanti agriturismi, noi però non vogliamo nessun tipo di etichetta.
Nessuna etichetta intende bio, chilometro zero o agriturismo per l’appunto?
Esatto, non vogliamo essere classificati, siamo un semplice ristorante in cui i nostri clienti vengono perché sanno cosa trovano a livello qualitativo. E’ questo che per noi è importante.
 

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