Falci di 23mila anni fa potrebbero cambiare la storia dell'agricoltura

Scienze
Una scoperta archeologica potrebbe modificare le teorie sull'origine dell'agricoltura (Getty Images)

Gli strumenti sono stati ritrovati durante una campagna di scavi effettuata nei pressi del lago di Tiberiade, in Israele, e consentirebbero di retrodatare notevolmente le teorie sulla nascita delle coltivazioni

Le origini dell'agricoltura potrebbero essere molto più antiche di quanto si è pensato fino a questo momento. È questa la scoperta emersa grazie a una campagna archeologica di scavi effettuata presso il lago di Tiberiade in Israele. I ricercatori dell'Università di Haifa hanno infatti ritrovato nelle vicinanze di Ohalo-2 - un piccolo villaggio di pescatori e agricoltori tornato alla luce in seguito all'abbassamento del livello dello specchio d'acqua - cinque selci affilate, alcune delle quali collegate a pezzi di legno a formare delle rudimentali falci: "Quegli agricoltori - ha spiegato la dottoressa Iris Groman-Yaroslavsky dell'ateneo di Haifa, come riporta il quotidiano Haaretz - sapevano che era preferibile mietere le spighe prima che fossero mature, per non perderne i chicchi".

Un'ipotesi rivoluzionaria - Se la tesi scaturita da questa campagna archeologica, che vede la collaborazione di ricercatori provenienti anche dalle Università di Tel Aviv, Harvard e Bar-Ilan, dovesse esser confermata, cambierebbe radicalmente la scansione temporale della storia dell'agricoltura. Quelle rinvenute sarebbero infatti le falci più antiche mai trovate, in anticipo di migliaia di anni rispetto a tutte le altre. Finora infatti l'ipotesi più accreditata era che l'agricoltura, per come la intendiamo attualmente, fosse nata circa 12mila anni fa tra la Turchia, l'Iran e l'Iraq. Questi resti risalenti a circa 23mila anni fa, però, potrebbero modificare radicalmente quelle che erano le convinzioni sull'origine delle coltivazioni.

Nessuna conclusione affrettata - Nonostante la portata della scoperta sia potenzialmente notevole, è ancora presto per trarre conclusioni: gli archeologi stanno ancora esaminando gli altri utensili in pietra ritrovati. Tuttavia l'affidabilità della collocazione temporale sarebbe garantita dalla presenza di alcuni residui vegetali su questi strumenti grazie ai quali è stato possibile effettuare le analisi con il metodo del Carbonio 14, ovvero una particolare tecnica di datazione utilizzata soprattutto in archeologia e basata sull'analisi degli isotopi del carbonio nei reperti di materia organica. Il sito infatti era ben conservato essendo stato coperto dai sedimenti del lago e privato in pratica dell'ossigeno.
 

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