Il documentario di Canale racconta città tra anni '60 e '70
(ANSA) - ROMA, 07 SET - "Flaiano diceva: 'Roma ti frega perché assolve". Lo ricorda Enrico Vanzina in Era Roma, il documentario di Mario Canale, al debutto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori. E' un viaggio immersivo fra inizio anni '60 e fine anni '70, in cui la capitale era un punto di riferimento internazionale per l'arte e la sperimentazione, tra cinema, arti visive, musica. Un periodo iniziato con gli anni del boom e terminato dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Percorsi che nel nel film non fiction (prodotto da Archivio Orme, Surf Film e Luce Cinecittà, che cura anche la distribuzione) sono tessuti da immagini dal passato di performance artistiche e teatrali, dalle cantine off a storiche gallerie come La tartaruga, dal Piper al Folkstudio, da film (come Accattone di Pasolini, Umano non umano di Mario Schifano, Anna di Alberto Grifi, Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani, Partner di Bernardo Bertolucci) e soprattutto da un puzzle di interviste recenti e d'archivio, con alcuni dei protagonisti e testimoni della scena artistica (e non) di quegli anni. Un racconto che comprende Bertolucci, Silvano Agosti, Marco Bellocchio, Luciana Castellina, Carlo Verdone, Nanni Balestrini, Marina Cicogna, Mario Schifano, Titina Maselli, Alberto Moravia, Renzo Rossellini, Ennio Morricone, Alberto Grifi, Marina Cicogna, , Achille Bonito Oliva, Lou Castel, Paola Pitagora, Roberto Faenza, Manuela Kustermann, Giuliano Montaldo, Adriano Panatta, Paolo e Vittorio Taviani.
Un viaggio 'commentato' anche da un brano di una vecchia intervista con Giulio Andreotti: "La cinematografia, il teatro, la musica in quegli anni facevano capo alla presidenza del Consiglio - ricordava -. Io da sottosegretario mi occupavo di questo, anche con una certa difficoltà. E' un mondo che va capito bene e si possono fare anche degli errori". Torniamo così al fermento di esperienza, come la nascita del gruppo '63, di cui facevano parte fra gli altri, Nanni Balestrini, Umberto Eco, Alberto Arbasino, Angelo Guglielmi, ai 'divi' della pop art italiana, da Carmelo Bene e Benigni a 'follie' come il festival della poesia di Castelporziano. (ANSA).