La grande alluvione, tragedia e riscatto del Polesine

Veneto

A Rovigo foto, filmati e testimonianze 70 anni dopo

(ANSA) - ROMA, 07 NOV - Il bimbo di pochi giorni messo dalla mamma in un cesto di vimini e lasciato andare sull'acqua perché si salvasse come poi, secondo la leggenda, avvenne ha il sapore della vicenda inventata a fin di bene per dare un barlume di speranza tra i lutti e le devastazioni, ma i sacchi di banconote raccolte in tutta Italia e le immagini dei carichi di aiuti provenienti dagli Stati Uniti o il villaggio che i norvegesi finanziarono per i profughi a Rosolina sono un fatto che ha lasciato una traccia profonda. Il Polesine torna a riflettere sull'alluvione devastante del Po che il 14 novembre 1951 fece un centinaio di morti e stravolse l'intero territorio, lasciando senzatetto più di 180 mila persone e mandando a picco ventimila aziende grandi e piccole con danni per 300 miliardi di lire. Una catastrofe che seppure a distanza di tanto tempo riconquista la sua attualità per l'attenzione ormai quotidiana concentrata sugli effetti prodotti dai cambiamenti climatici.
    Quell'esperienza terribile che segnò a lungo le comunità locali delle province di Rovigo e Venezia fu però anche l'inizio di una rinascita che ha trasformato un territorio considerato depresso in una sorta di 'paradiso ambientale' e aperto la strada a una crescita economica ormai consolidata. La memoria e le opportunità che possono nascere da una tragedia enorme sono il filo conduttore della mostra "70 anni dopo. La Grande Alluvione", curata da Francesco Jori con Alessia Vedova e Sergio Campagnolo, che Palazzo Roncale di Rovigo ospita fino al 31 gennaio.
    Testimonianze, filmati, fotografie, articoli di quotidiani e riviste tra le grandi firme del giornalismo italiano, vengono proposti stavolta per dare questa lettura nuova di quegli 11 giorni in cui 8 miliardi di metri cubi d'acqua allagarono quasi centomila ettari di terreno. Per Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cassa di Riparmio di Padova e Rovigo che ha promosso l'esposizione, ''ricordare è un dovere sociale per capirne la genesi e riflettere sull'eterna e disattesa urgenza di rispettare i fiumi e l'ambiente''. (ANSA).
   

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