Nicoli, scelta sofferta, dissapori con vertice
(ANSA) - TRIESTE, 29 DIC - Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Giuseppe Nicoli, si è dimesso dalla carica e ha lasciato il partito. Sarà capogruppo in una nuova formazione politica, Polo liberale, di cui faranno parte altri due consiglieri regionali oggi nel Gruppo Misto, Walter Zalukar ed Emanuele Zanon. Lo ha annunciato lo stesso Nicoli oggi nel corso di una conferenza stampa convocata in Regione.
Nicoli ha parlato di una "scelta sofferta" dopo "quasi 29 anni" di militanza in FI ma obbligata dal fatto di "non riconoscersi più in tante scelte" e da dissapori "con il vertice". Fortemente critico è stato con il partito a "livello regionale che sottostà a una situazione che privilegia la ricerca personale di qualcuno piuttosto che a far crescere il partito. C'è un sottosegretario, ma questa non è prospettiva di crescita". "Fastidio" Nicoli ha espresso anche per il "comportamento del vicepresidente Riccardi che si è impegnato unicamente in questi ultimi tempi a mettere in piedi la lista del presidente". Che, tra l'altro, "non ha problemi per una riaffermazione della attuale giunta". Nicoli si sentiva "garantito, come capogruppo, per le prossime elezioni: era sufficiente non disturbare il manovratore" per una nuova candidatura. Non è stata questa la ragione della uscita, né il disaccordo con la sindaca di Monfalcone, Cisint.
Il Polo liberale si costituirà tra oggi e domani e non andrà "in direzione populista, né sovranista, non sarà al di fuori del perimetro delineato dal Partito popolare europeo". Piuttosto sarà "una forza di centro", si vedrà "se un po' più a destra o a sinistra". Ha smentito le voci di formare un gruppo del terzo polo. Si discuterà, infine, se il gruppo si candiderà alle prossime elezioni regionali: "è una ipotesi". Polo liberale intende avere "mano libera su temi strategici, come gestione del demanio pubblico, della portualità che non può essere delegata tutta all'Autorità di sistema; la Regione deve dire la sua, anche sul futuro della portualità". La regione "non può essere solo una piattaforma logistica per far transitare le merci, che devono rimanere qui per essere lavorate e creare posti di lavoro". (ANSA).