Tiene il terziario in Fvg ma niente regali Natale per 1 su 4

Friuli Venezia Giulia

Aumentano occupati ma incertezza e rincari rallentano ripresa

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(ANSA) - UDINE, 14 DIC - Tiene l'occupazione rispetto al periodo pandemico, ma l'incertezza economica, i rincari e la mancanza di manodopera rallentano la ripresa delle imprese del terziario in Friuli Venezia Giulia. E un consumatore su quattro non farà regali di Natale. E' la fotografia del settore terziario scattata dall'Osservatorio congiunturale sull'occupazione curato per l'Ente Bilaterale del Terziario del Fvg da Format Research e Ires Fvg, i cui risultati sono stati presentati oggi nella sede della Confcommercio Udine.
    Tra i dati raccolti da Ires emerge che in Fvg nel 1/o semestre del 2022 il numero di occupati nel terziario è stato pari in media a 350.000, in aumento di quasi 18.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2021 (+5,4%). Il comparto servizi, maggiormente penalizzato dalla pandemia, nell'ultimo anno registra una ripresa, in particolare nel turismo (+7,2%).
    Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, sono previste quasi 25.000 assunzioni a livello regionale, di cui il 60% nel terziario (15.010). Una parte consistente dei nuovi ingressi (940 a novembre) riguarda cuochi e camerieri, ma queste figure professionali sono spesso difficili da reperire (nel 65,5% dei casi), di solito a causa della mancanza di candidati.
    Per quanto riguarda il Natale, dai dati elaborati da Format Research, l'84% dei consumatori del Fvg ritiene che sarà vissuto in maniera più dimessa rispetto al 2021 e il 26% non farà acquisti per i regali. La spesa media è di 154 euro a persona, dominano i prodotti enogastronomici.
    In generale, il 25,6% dei lavoratori del terziario impiegati a tempo indeterminato teme di perdere il lavoro nei prossimi mesi. Dall'indagine risulta anche che 8 imprese su 10 saranno costrette ad affrontare difficoltà legate all'incremento dei costi delle materie prime energetiche per restare attive e che il 62,2% delle imprese ritiene del tutto insufficienti le misure finora prospettate per ridurre l'impatto del caro energia.
    (ANSA).
   

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