Vespignani, elaborare modelli prima che compaia l'emergenza

Friuli Venezia Giulia
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Studioso a Quantitative Human Ecology. Migliorare comunicazione

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(ANSA) - TRIESTE, 28 LUG - E' "un'idea terribile" tentare di costruire modelli di analisi e di ricerca nuovi quando si verifica un'emergenza: i modelli devono essere costruiti e testati in anticipo; inoltre, scienziati e altre figure coinvolte nel creare e utilizzare modelli per offrire consulenza politica devono migliorare molto la comunicazione con i responsabili delle decisioni politiche. Sono i due insegnamenti che il fisico Alessandro Vespignani, professore di Scienze delle reti alla Northeastern University di Boston, trae dall'esperienza del Covid-19.
    Vespignani ha tenuto una lezione sulla epidemiologia computazionale al workshop Quantitative Human Ecology in corso all'ICTP di Trieste, organizzato da Fondazione Int.
    Trieste(FIT), ICTP, Sante Fe Inst., SISSA; co-sponsorizzato da Missione USA in Italia. Il convegno si concluderà domani e vuole definire un'agenda di ricerca alle scienze di base perché contribuiscano alla sostenibilità.
    Vespignani - che si occupa, tra l'altro, dello sviluppo di modelli basati sui dati per la diffusione di malattie infettive - è convinto che i modelli vadano elaborati "coinvolgendo molte idee diverse e persone con competenze diverse". Ma devono essere preventivi, in modo da "essere pronti quando l'emergenza colpisce. Sarà forse necessario adattarli ai problemi specifici di quella crisi, ma è meglio che ricominciare da capo", indica.
    Riguardo all' altra riflessione - migliorare la comunicazione con i responsabili delle decisioni politiche - "i progressi dovrebbero avvenire anche in 'tempo di pace', piuttosto che dopo la prossima crisi". Tuttavia, alcuni consigli apparentemente chiari non sono stati seguiti dalle autorità, che "hanno espresso una sfiducia intrinseca nei confronti di modelli, equazioni, ragionamenti scientifici".
    Per Vespignani, insomma, nessun modello va considerato "migliore" degli altri, anche tra quelli specificamente progettati per un particolare agente infettivo e una specifica popolazione. Durante la pandemia, i ricercatori hanno infatti sviluppato molti modelli e alla fine hanno basato le loro decisioni politiche sull'intero spettro dei diversi risultati di tali modelli. (ANSA).
   

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