Confessioni a festival Dedica, al via in edizione online
(ANSA) - PORDENONE, 21 NOV - "Anch'io sono stato uno dei tanti bambini per i quali leggere portava con sé una connotazione negativa perché vittima di un'educazione scolastica non creativa: solo verso i 14 anni qualcuno ha schiuso quella porta per me e ci sono caduto dentro con un entusiasmo grandissimo, capendo che quello era lo spazio di massima libertà". Così è diventato scrittore il premio Pulitzer Hisham Matar, come ha raccontato inaugurando il festival Dedica.
"Stesso vale per la scrittura: ho paragonato lo scrivere al volare, gesto di completo abbandono"; scrivendo "forse dobbiamo abbandonare gli obiettivi che ci prefiggiamo in modo così chiaro, tipo l'approvazione degli altri o l'asserzione delle proprie idee, per quanto ci sembri nobile. Si tratta di abbandonare e meditare sulla natura della libertà stessa: rapportata all'arte significa non necessariamente luogo dove arrendersi agli impulsi più immediati, ma collocarci in uno spazio dove ci sentiamo più attivi intellettualmente o sotto altro profilo". (ANSA).