Mons. Crepaldi, 'sia anche occasione riflessione su senso morte'
(ANSA) - TRIESTE, 12 APR - ''Alla contemplazione del mistero della risurrezione del Signore Gesù abbiamo la straordinaria opportunità di districare i tanti nodi relativi al senso del vivere e del morire che sono giunti al pettine di tutti con l'epidemia da coronavirus. Soprattutto la morte - non solo quella degli altri, ma la nostra e quella dei nostri cari - si è prepotentemente imposta con la comparsa di un virus invisibile, ma presente ovunque. Inerti e quasi paralizzati dalla paura, ci chiediamo: c'è una parola convincente e illuminante su questo? Sì questa parola esiste''. E' il messaggio inviato ai fedeli dal vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, in occasione della Pasqua.
''Non è una parola mia - ha proseguito il presule celebrando nella cattedrale di San Giusto deserta - ma è una parola detta da Dio, una parola che san Paolo ha fissato nella sua Lettera ai Romani e che la Chiesa custodisce da sempre. È questa: "Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Siamo del Signore: è questa la parola di cui abbiamo bisogno per dare un senso compiuto al periodo difficile che stiamo vivendo''.
''Affido tutti alla Madonna della Salute, vi benedico e vi auguro una Santa Pasqua di consolazione e speranza nel Signore Risorto'', ha concluso. (ANSA).