Visioni diverse anche su misure, Procura chiese domiciliari
(ANSA) - TRIESTE, 20 NOV - "Il mio assistito, ora, ritiene doveroso chiarire la propria posizione alla magistratura, verso la quale ripone la massima stima e fiducia": lo ha detto, all' ANSA, Alberto Fenos, difensore del medico goriziano sospettato di un ruolo in nove morti sospette. Perciò "collaborerà con giudici e pm, per dimostrare che il suo operato professionale, voglio ribadire professionale, oggi sotto esame, è stato sempre improntato al rispetto delle leggi, nonché delle regole mediche, deontologiche e soprattutto scientifiche". (ANSA).
(ANSA) - TRIESTE, 20 NOV - Sono nove i casi di morte sospetta che le pm della Procura di Trieste Cristina Bacer e Chiara De Grassi hanno contestato al medico indagato il quale, secondo l'accusa, avrebbe somministrato sostanze ai pazienti che potrebbero averne causato la morte. Per il Gip che si è occupato del caso, Luigi Dainotti, invece, come spiegato nell'ordinanza, la "sussistente gravità indiziaria" si configurerebbe soltanto per quattro casi (oltre ad otto episodi di falso), come riportato dalla nota firmata ieri dal Procuratore capo, Carlo Mastelloni.
Ma una visione diversa della vicenda tra Procura e Tribunale si evince anche dal fatto che l'accusa avrebbe chiesto gli arresti domiciliari per il medico mentre il Gip avrebbe ritenuto sufficiente la misura della sospensione dall'attività, come approfonditamente motivato nel provvedimento. (ANSA).