Green mobility: Valle d'Aosta studia il modello altoatesino

Trentino Alto Adige

L'Alto Adige da tempo punta sull'idrogeno anche nei trasporti

(ANSA) - TRENTO, 16 SET - Collaborazione per una mobilità sempre più sostenibile e acquisizione di informazioni sulla produzione di idrogeno come vettore energetico per lo sviluppo sostenibile e per la mobilità: questi sono stati gli obiettivi principali della recente visita di una delegazione con a capo il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy della Regione Autonoma della Valle d'Aosta in Alto Adige. Della delegazione valdostana facevano parte anche il direttore generale del fornitore locale di energia CVA, Enrico De Girolamo, i dirigenti del settore energia e trasporti dell'amministrazione regionale Massimo Broccolato e Antonio Pollano e dai rappresentanti delle imprese nei settori del trasporto pubblico su gomma. Come l'Alto Adige, anche la Valle d'Aosta produce un surplus annuale di energia idroelettrica.
    Sia in Alto Adige che in Valle d'Aosta sono allo studio modelli per usare l'energia in eccesso per produrre idrogeno verde come vettore energetico da utilizzare in alcuni settori a partire dalla mobilità. Il gruppo ha visitato sia il Centro H2 per la produzione di idrogeno di Bolzano sia il deposito dell'azienda di trasporti Sasa, dove è presente una stazione di rifornimento nuova ad idrogeno, ed ha poi incontrato il vicepresidente e assessore alla mobilità della Provincia autonoma di Bolzano Daniel Alfreider per un incontro istituzionale. Alfreider e Bertschy hanno discusso di possibili forme di collaborazione per incentivare le forme di mobilità a emissioni zero.
    "È in questo contesto che l'idrogeno - secondo Alfreider - può avere un ruolo fondamentale, ma è importante che sia prodotto da fonti rinnovabili a lungo termine". L'assessore ha sottolineato che l'Alto Adige sta avviando importanti progetti attraverso il Recovery Fund e che la Provincia ha approvato nel 2020 un masterplan per l'idrogeno. Attraverso l'attuazione del piano è previsto che le importazioni di combustibili fossili dovrebbero diminuire per un valore di circa 550 milioni di euro entro il 2030. Questo ridurrebbe, secondo le stime fatte, le emissioni di CO2 di circa il 45% nel settore della mobilità.
    (ANSA).
   

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