"Andremo avanti a oltranza, non intendiamo cedere"
(ANSA) - TRENTO, 02 NOV - Va avanti da 40 giorni lo sciopero della fame di Barbara Nosari e Stefania Sbarra, due attiviste animaliste valtellinesi che hanno scelto questa forma estrema di protesta per chiedere che gli orsi che si trovano al Casteller vengano liberati e che la struttura venga definitivamente chiusa. Nosari e Sbarra hanno spiegato le loro ragioni davanti al palazzo della Provincia, in piazza Dante: "Andremo avanti a oltranza, non intendiamo cedere. Non vogliamo essere complici della sistematica violazione dei diritti della popolazione di orsi, qui perseguitati da tempo. Vogliamo che agli orsi del Trentino dia riconsegnato lo status di popolo dei boschi e non vengano più sottratti loro habitat, cibo, tranquillità e libertà". Le attiviste ritengono che il progetto Life Ursus non sia stato attuato e gestito in modo oculato e che anche gli ultimi episodi di aggressione a danno delle persone siano da vedere in un'altra prospettiva: "Non esistono gli orsi problematici, semmai c'è stato un processo di reintroduzione in particolari contesti che non ha funzionato. Per quanto ci riguarda - aggiungono le attiviste - andrebbe introdotto il reato di provocazione da parte dell'uomo nei confronti di questi animali che spesso, anche indirettamente a seguito di pratiche non corrette, vengono indotti ad avvicinarsi ai centri abitati".
(ANSA).