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Torino, le 12 mostre da non perdere a giugno 2022

Piemonte
©Ansa

I Musei e i Giardini Reali si trasformano in uno 'zoo d'arte' all'aperto con la mostra "Animali a Corte". Nelle sale della Wunderkammer della Gam, invece, l'originale opera di Flavio Favelli "I Maestri Serie Oro"

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Tra le mostre visitabili a Torino a giugno spicca "Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali", 19 opere per 25 installazioni di arte contemporanea in un tripudio di colori, di fantasia e di amore per gli animali. Alla Gam di Torino visitabile per il sesto anno consecutivo la World Press Photo Exhibition, mostra che riporta le foto del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. Con "Il Guardiano dei nostri Incubi", 21 tavole tratte dal numero monografico di Linus dedicato a Dario Argento, il Museo del Cinema di Torino affianca e completa la grande mostra "Dario Argento-The Exhibit" dedicata al regista italiano horror più famoso di sempre.

Nel segno di Raffaello alla Biblioteca Reale

Settant'anni di storia del disegno italiano, con opere di artisti cinquecenteschi celeberrimi e di altri tuttora sconosciuti. È la mostra "Nel segno di Raffaello", promossa dal ministero della Cultura e dai Musei Reali di Torino, realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo-Gallerie d'Italia e visitabile fino al 17 luglio alla Biblioteca Reale di Torino. "Nel segno di Raffaello" si apre con le opere di Perugino, da cui Raffaello Sanzio ebbe il battesimo artistico. La seconda sezione è dedicata ai seguaci di Raffaello, i giovani artisti che frequentavano la bottega dell'artista urbinate, Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio, Perino del Vaga e Baldassarre Peruzzi. La terza sezione documenta il fervente clima artistico della Roma di Clemente VII, e presenta disegni del Parmigianino, di Biagio Pupini e Baccio Bandinelli. Il percorso espositivo, infine, si conclude con la ricostruzione di un foglio ricavato da tre frammenti, contenuti nel taccuino di modelli di Girolamo da Carpi.

Animali a corte ai Musei Reali

I Musei e i Giardini Reali di Torino si trasformano fino al 16 ottobre in uno 'zoo d'arte' all'aperto con la mostra "Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali". In tutto 19 opere per 25 installazioni di arte contemporanea in un tripudio di colori, di fantasia e di amore per gli animali. La grande mostra, curata da Stefania Dassi e Carla Testore, è stata pensata dalla direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella per celebrare la passione per gli animali, ma è anche una presa di coscienza della fragilità del pianeta in linea con gli obiettivi strategici dell'Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Animali a Corte tocca anche il mondo dell'immaginazione, che dà spazio a creature di fantasia selezionate per il valore poetico loro attribuito nel corso dei secoli. Uno tra i tanti l'unicorno, simbolo di nobiltà, purezza e invincibilità. Dalle creature mitologiche, come la chimera e il grifone, a quelle estinte, i Musei Reali espongono al pubblico anche dinosauri e draghi, da sempre di grande impatto nell'immaginario collettivo in virtù delle loro interpretazioni, che alludono ad emozioni forti.

Animali a corte - ©Ansa

Naturecultures alle Ogr Torino

Dalla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, opera cult degli anni Sessanta che ha anticipato le tematiche del riciclo dei materiali, all'Albero di 11 metri di Giuseppe Penone, che rivela la forma dell'albero da una trave industriale scolpendo attorno ai nodi, fino a The Sovereign Forest di Amar Kanwar, che denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale. Sono alcune delle opere esposte ai binari 1 e 2 delle Ogr Torino fino al 22 settembre per la mostra "Naturecultures. Arte e Natura dall'Arte povera a oggi. Dalle Collezioni della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea Crt al Castello di Rivoli". Al centro dell'esposizione ci sono l'arte povera e l'emergere delle tematiche ecologiste nell'arte a parte dagli anni Sessanta.

Arte a 33 giri allo Spazio Musa

Un viaggio nel mondo delle copertine dei vinili d'autore, che dagli anni '40 a oggi ha rivoluzionato la grafica contemporanea e il modo di promuovere la musica. È l'originale mostra "Arte a 33 giri", che sarà visitabile fino all'11 settembre presso lo Spazio Musa a Torino: 150 mitiche cover d'artista, ma anche sculture, dipinti, disegni, grafiche, e documenti che ci portano nel cuore di progetti creativi che hanno stimolato gli artisti nel realizzare veri e propri capolavori come ad esempio la cover componibile pensata per l'album dei Talking Heads "Speaking in Tongues" realizzata da Robert Rauchenberg. Il progetto è curato da Giorgia e Vincenzo Sanfo con la collaborazione e i contributi preziosi di Alessandra Mammì e di Red Ronnie e patrocinato da Città di Torino, Regione Piemonte e Premio Tenco. Da Matisse a Basquiat da Dubuffet a Beuys, la mostra attraversa tutta la storia della musica e dell'arte moderna e contemporanea, con la presenza di alcuni tra i suoi più grandi protagonisti.

Invito a Pompei a Palazzo Madama

Palazzo Madama presenta la mostra "Invito a Pompei", curata dal Parco Archeologico di Pompei e da Palazzo Madama e visitabile fino al 29 agosto. Si tratta di un 'invito' a entrare nelle case di Pompei, a scoprire quali erano le atmosfere, come erano arredate, quali oggetti erano usati quotidianamente dai suoi abitanti, come erano decorate e abbellite, attraverso un viaggio nel mondo pompeiano. Il percorso espositivo, nella maestosa Sala del Senato, dove si è fatta l’Italia, si snoda attraverso gli ambienti maggiormente rappresentativi delle case più lussuose della Pompei del I secolo d.C. La domus romana, per la prima volta a Torino, spalanca le sue porte ai visitatori, accogliendoli nell’intimità domestica e mostrando loro la normalità della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio. Una ricca selezione di oltre 120 opere, tra arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi è presentata al visitatore in un itinerario tra gli spazi domestici (l’atrio, il triclinio, il peristilio con il giardino, le stanze da letto), che termina con i drammatici calchi di alcune vittime.

Invito a Pompei - ©Ansa

Il Guardiano dei nostri Incubi al Museo del Cinema

Con la mostra "Il Guardiano dei nostri Incubi", 21 tavole tratte dal numero monografico di Linus dedicato a Dario Argento, fino al 26 ottobre il Museo del Cinema di Torino affianca e completa la grande mostra 'Dario Argento-The Exhibit' dedicata al regista italiano horror più famoso di sempre. Le tavole, realizzate con stili differenti propri ad ogni autore o autrice, narrano pezzi di vita e di film di Argento, ma anche sue visioni portando il visitatore nell'universo personalissimo di un regista amato in Italia come all'estero. Il percorso espositivo alterna immagini e testi. Tutte le tavole sono state donate al Museo del Cinema. Inoltre, entrambe le mostre dedicate a Dario Argento, "The Exhibit" e "Il Guardiano dei nostri incubi" sono state rese accessibili per tutti i visitatori grazie a supporti video, audiodescrizioni, testi visivo-tattili e a tracce audio sonore.

I capolavori del MoMa di New York a Camera

I più grandi capolavori della storia della fotografia arrivano dal MoMA di New York a Torino. Fino al 26 giugno Camera - Centro Italiano per la fotografia ospita, per la prima volta in Italia, la mostra "Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York". Una selezione di oltre 230 scatti della prima metà del XX secolo di 121 artisti, nomi leggendari, ma anche autori meno conosciuti, che hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo. Decenni particolari che spinsero il collezionista svizzero Thomas Walther a raccogliere, tra il 1977 e il 1997, le migliori opere fotografiche prodotte in questo periodo riunendole in una collezione unica al mondo, acquisita dal MoMA nel 2001 e nel 2017. La mostra nasce dalla collaborazione fra il Jeu de Paume di Parigi, il Masi di Lugano e Camera, dove è possibile vedere per l'ultima volta in Europa le opere prima che tornino negli Usa.

Il grande vuoto al Mao

Una mostra fatta di vuoti, di luci, di silenzi che invitano a meditare e di rumori sordi che chiedono di venir superati per imparare ad isolarsi nel frastuono, di opere d'arte antiche e di immagini di 'tulku', incarnazioni del Buddha, ma anche di musica dal vivo eseguita dal vivo dal giovane e pluripremiato compositore romano Vittorio Montalti. È in sintesi la mostra extrasensoriale 'Il grande vuoto. Dal suono all'immagine', visitabile fino al 4 settembre al Mao di Torino, la prima organizzata dal neo direttore Davide Quadrio. Il percorso espositivo e meditativo conduce il visitatore nelle sale finali, quella nella quale è esposta una rarissima 'thangka' tibetana del XV secolo, la più preziosa delle collezioni del Mao, che ritrae 'Maitreya, il Buddha del Futuro avvolto in vesti sontuose e seduto sul trono dei leoni, e la sala finale con foto di tulku, i Buddha viventi, scattate dall'800 ad oggi.

World Press Photo Exhibition alla Gam

La Gam di Torino ha inaugurato per il sesto anno consecutivo la World Press Photo Exhibition, la mostra che riporta le foto del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. In tutto 134 lavori esposti fino al 18 settembre, compresi la foto vincitrice assoluta, di Amber Bracken per il New York Times, che immortala delle croci 'vestite' sulle tombe di 215 bambini indigeni trovate in Canada alla Kamloops Indian Residential School, e i vincitori delle diverse sezioni. Una mostra che proietta lo spettatore nelle viscere del mondo.

World Press Photo - ©Ansa

I Maestri Serie Oro di Flavio Favelli alla Gam

È in mostra fino al 6 novembre, nelle sale della Wunderkammer della Gam di Torino, l'originale opera di Flavio Favelli, "I Maestri Serie Oro", il progetto vincitore dell'avviso pubblico Pac2020 - Piano per l'Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Un'unica opera composta dai 278 fascicoli monografici della nota serie 'I Maestri del Colore' della Fratelli Fabbri Editori, uscita nelle edicole italiane tra il 1963 e il 1967. Un fenomeno culturale che rivoluzionò il mercato editoriale negli anni del boom economico.

Fantasmi e altri misteri alla Galleria Sabauda

Improvvise apparizioni, opere animate, ritratti in carne e ossa, condannati a morte, anime perdute, spiriti mitologici, storici colonnelli. Arrivano dal mare o dalla terra i personaggi e le storie di "Fantasmi e altri misteri", la nuova mostra tematica di "Fumetti nei Musei" nella Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino, fino all'11 settembre. Saltano fuori da tele o sculture, girovagano indisturbati tra i corridoi di castelli e musei, accompagnando i percorsi dei visitatori più coraggiosi: "Fantasmi e altri misteri" è il titolo del nuovo capitolo espositivo del progetto del ministero della Cultura nato per avvicinare anche i più giovani ai luoghi della cultura italiani.

La street photography di Vivian Maier ai Musei Reali 

Ombre, specchi che duplicano e moltiplicano i volti, immagini riflesse dalle vetrine, gesti e sguardi della gente comune e della buona borghesia, bambini e persone senza fama, destinate a non lasciare segni del loro passaggio, e la presenza ricorrente dei quotidiani, un tema che si sarebbe trasformato in una ossessione. E' il mondo su cui per decenni si è posato l' occhio di Vivian Maier, la bambinaia che dagli anni Cinquanta coltivò tra New York e Chicago la passione per la fotografia accumulando un patrimonio di centocinquantamila scatti di cui non si è mai saputo nulla fino al 2007, due anni prima della sua morte. Le scatole che contenevano i rullini da sviluppare di parte dell'archivio, custodito in un box di cui la fotografa aveva smesso di pagare l'affitto, vennero messe all' asta e comprate da un giovane agente immobiliare, John Maloof, che svelò così un tesoro unico nella storia della fotografia. A raccontare il mistero e la scoperta di un talento tanto particolare sono le 270 immagini riunite nella prima grande retrospettiva "Vivian Maier inedita" che i Musei Reali di Torino dedicano fino al 26 giugno all'artista, antesignana silenziosa del periodo d'oro della street photography. Le Sale Chiablese del complesso museale svelano un percorso affascinante della ricerca condotta dalla maestra dello scatto parallelamente al lavoro di bambinaia e governante svolto per 40 anni.

La mostra dedicata a Vivian Maier