Lo ha deciso il gip, che ha riformulato il capo d’imputazione: in precedenza era di omicidio volontario con dolo eventuale. Accolta dunque la richiesta della difesa dopo che ieri l’uomo ha confessato che la piccola è caduta durante un tragico gioco
Resta in carcere A.M., il marocchino di 32 anni fermato dalla polizia a Torino per la morte della bimba di tre anni che giovedì sera è precipitata da un palazzo nel centro di Torino. Lo ha deciso il gip Agostino Pasquariello, che ha però riformulato l'accusa nei confronti del patrigno: non omicidio volontario con dolo eventuale, come ipotizzato al momento del fermo, ma omicidio colposo.
L’accusa
È stata dunque accolta in parte la richiesta della difesa, sostenuta dall'avvocato Alessandro Sena, dopo che ieri l'uomo ha confessato che la bimba è caduta durante un tragico gioco. "Dalle risultanze investigative - si legge nel provvedimento di convalida - non si ricavano elementi che consentano di affermare una sia pur indiretta intenzione omicida del prevenuto".
Allo stesso tempo, però, il gip non ha accolto la richiesta di scarcerazione della difesa riguardo al pericolo di fuga. Nonostante le rassicurazioni del legale, l'uomo, di origini marocchine, è irregolare sul territorio nazionale e ha diversi precedenti, tra cui una condanna a otto mesi per il possesso di 50 grammi di hashish inflittagli in un processo con rito abbreviato poche ore prima della morte della bambina.
La ricostruzione
Nel corso dell'udienza di convalida, ieri, il 32enne ha raccontato la sua versione dei fatti. "Ero sul ballatoio, lanciavo Fatima in aria e la riprendevo. Lei rideva e la mamma ci guardava dal suo balcone e ci salutava dal piano di sotto. Poi mi è scivolata dalle mani. Non so come sia potuto succedere...". Una versione differente da quella fornita alla pm Valentina Sellaroli dopo la tragedia, quando aveva raccontato di essere "in casa con due amici e di essersi distratto quando lei è uscita sul ballatoio".
L'autopsia sul corpo della piccola, in programma domani, sarà eseguita dal medico legale Roberto Testi. L'esame, insieme agli elementi acquisiti durante un primo sopralluogo e a quelli che sarà possibile raccogliere nell'accertamento tecnico previsto nelle prossime ore, dovrebbe consentire agli investigatori della Squadra Mobile di completare la ricostruzione di quanto accaduto in via Milano.