Il piccolo è stato intubato quando ancora era attaccato alla placenta della mamma. La tecnica, denominata Exit, è stata eseguita all'ospedale infantile Regina Margherita. Il piccolo ha iniziato ad alimentarsi col latte della madre
Affetto da un raro tumore cardiaco fetale, che non gli avrebbe permesso di respirare appena al mondo, un neonato è stato intubato quando era ancora attaccato alla placenta della mamma e operato durante il parto.
L'operazione durante il parto
La speciale tecnica, denominata Exit, è stata eseguita all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino e ha salvato il piccolo paziente, che ha iniziato ad alimentarsi col latte della madre. Il successo dell'intervento è stato reso possibile dal gioco di squadra dell'équipe intervenuta, che fa della Città della Salute uno dei pochi centri in grado di trattare in modo adeguato anche i pazienti che escono dai percorsi di cura ordinari.
L'intervento all'ospedale Infantile Regina Margherita
La massa tumorale occupava quasi tutto il torace e avrebbe quindi impedito ai polmoni di espandersi e al neonato di respirare. L'unica possibilità di salvarlo era quella di asportare il tumore, potenzialmente fatale, alla nascita. In una lotta contro il tempo, nelle due settimane precedenti la nascita la mamma è stata ricoverata e sottoposta a innovative terapie per correggere lo scompenso fetale. È stato così possibile arrivare a 33 settimane. L'intervento è stato effettuato presso le sale operatorie dell'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, per l'occasione riadattato alle esigenze ostetriche. Dopo l'intervento di taglio cesareo il neonato, 1,9 chili di peso, è stato trasferito nella sala attigua e sottoposto al delicato intervento cardiochirurgico per l'asportazione totale in sternotomia mediana del teratoma pericardico di 7.5 cm. L'équipe multidisciplinare, composta da diverse decine di persone, ha portato a termine con successo un difficilissimo percorso terapeutico - assistenziale, permettendo al neonato, altrimenti senza alcuna speranza di sopravvivenza, una vita praticamente normale.
La mamma: “È il più bel regalo di Natale”
"È il più bel regalo di Natale che uno può immaginare. Sono felice e grata di questo miracolo", ha detto la mamma del piccolo Pietro. "Quando vedi un bimbo così piccolo nell'incubatrice, con tutti quei fili, non puoi non essere preoccupata – ha detto la donna contattata al telefono – ma sono sempre stata fiduciosa, anche prima dell'operazione. Ho sempre avuto speranza e fiducia nei medici e in quello che non è nelle nostre mani, ed ora il cielo è sempre più chiaro, più blu. Mi sento molto sollevata. So che ci vuole ancora tanta pazienza, ma presto saremo tutti a casa".
I medici: “Avrà una vita normale”
"La cosa più bella è che l'aspettativa di questo bimbo è ora quella di avere una vita assolutamente normale". C'è soddisfazione nelle parole di Carlo Pace Napoleone, il direttore della cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita di Torino. "La massa era di sette centimetri e mezzo e, in un bimbo di 1,9 chili, occupava la quasi totalità del torace - spiega - è stato un intervento molto delicato, che non avevamo mai fatto perché si tratta di un tumore rarissimo, ma abbiamo avuto il tempo di pianificarlo e tutta l'equipe ha risposto al meglio". L'intervento è stato pianificato in un mese di incontri con ginecologi, neonatologi e anestesisti. "Il bambino è stato immediatamente sottoposto all'apertura del torace e all'asportazione della massa in tempi brevissimi per consentire ai polmoni di recuperare lo spazio nel torace e di garantire al bambino la corretta respirazione - conclude il dottor Pace - eravamo pronti a tutto, ma quando ti prepari al peggio poi alla fine va tutto bene".