Al centro la Olmo Bruno di Magliano Alfieri, azienda del Gruppo Egea, che non avrebbe trattato in modo adeguato i rifiuti, traendo secondo le accuse non profitto illecito di 1,5 milioni di euro
Fanghi di impianti civili e industriali e altri rifiuti, anche con plastica e mercurio, sparsi illegalmente come se fossero "compost di qualità" su oltre 40 ettari di campi - che sono stati sequestrati - nelle province di Cuneo, Asti e Torino.
L'indagine
Si tratta dell'indagine dei carabinieri forestali che nelle scorse ore hanno eseguito undici misure cautelari tra Piemonte e Liguria. Al centro la Olmo Bruno di Magliano Alfieri, azienda del Gruppo Egea, che non avrebbe trattato in modo adeguato i rifiuti, traendo secondo le accuse non profitto illecito di 1,5 milioni di euro. Due dirigenti dell'azienda sono ai domiciliari, obbligo di firma per altre nove persone tra addetti e agricoltori. L'accusa è di traffico illecito di rifiuti. I terreni sono stati sequestrati: sono pioppeti, frutteti, orti. Le attività investigative si sono svolte anche con appostamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali.
Le dichiarazioni
"L'azienda di trattamento rifiuti, per risparmiare, non effettuava tutte le procedure previste dalle legge per trasformare i fanghi, aggiungendo anche sfalci verdi, in compost - spiega il comandate dei carabinieri forestali della provincia di Cuneo, Stefano Gerbaldo -. I fanghi di impianti civili e industriali di depurazione arrivavano da tutto il Piemonte e oltre, ma il ciclo produttivo non veniva rispettato: questi fanghi vanno trattati almeno tre mesi per diventare compost invece dopo poche ore venivano smaltiti nei campi. Abbiamo fatto analizzare i campioni di suolo agricolo da Arpa e sono emersi presenza di mercurio e idrocarburi pesanti ben oltre le soglie consentite, ma anche una quantità abnorme di plastica".
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