L'uomo era a casa di un conoscente. "Penso di sapere perché siete qua", si è limitato a dire consegnandosi ai carabinieri. Il corpo della vittima, una parrucchiera di 64 anni, è stato ritrovato dai militari questa mattina nella sua abitazione. A terra un grosso coltello insanguinato
Un litigio sfociato in tragedia, ieri sera, in una villetta alle porte di San Benigno Canavese (Torino). Renato Vecchia, 44 anni, avrebbe preso un coltello da cucina e colpito ripetutamente al torace la madre. Ermanna Pedrini, 64 anni, vedova da uno, non ha avuto scampo. L'hanno ritrovata in mattinata i carabinieri, stesa in cucina. Accanto il coltello sporco di sangue. Nessuna traccia del figlio che è stato poi rintracciato dai militari nemmeno tre ore dopo a Pont Canavese, in casa di un amico.
La ricostruzione dell'omicidio
Ad armare l'uomo, con tutta probabilità, una questione di soldi. Da tempo ne chiedeva alla madre che lavorava come parrucchiera e riceveva a casa le clienti. Giovedì sera, forse al rifiuto della donna di consegnare altro denaro, è scattata la furia del 44enne. Secondo il medico legale l'uomo l'ha colpita mortalmente intorno alle 20. Poi è fuggito. Prima, però, avrebbe piazzato un cartello sul cancello di casa: "Per questioni di salute non ricevo clienti fino alle 18", ha scritto l'uomo per ritardare il ritrovamento del cadavere e assicurarsi la fuga. E in effetti, questa mattina, alla vista del cartello, diverse clienti della parrucchiera non si sono fatte troppe domande. A dare l'allarme sono stati i vicini di casa, che alle 10.30 hanno notato le serrande ancora abbassate della villetta, e il fratello della vittima, Giuseppe Pedrini: "Vedendo il cartello e le persiane abbassate ci siamo insospettiti. Abbiamo chiamato mio nipote Renato chiedendo di passarci Ermana, ma lui ci ha risposto che non era possibile". Tra madre e figlio c'erano già stati diversi screzi anche se in nessun caso gli episodi erano stati segnalati ai carabinieri.
L'arresto
Renato Vecchia, che dopo la separazione dalla moglie (dalla quale ha avuto due figli) e la morte del padre, è stato in cura in un centro specializzato di San Maurizio Canavese, era tornato a casa da circa un mese. "Nell'ultimo periodo mia sorella era preoccupata - spiega il fratello della donna - dopo che lui era uscito dalla comunità. Le chiedeva sempre soldi ed era anche arrivato a rubarle il bancomat". I sospetti si sono subito concentrati sul figlio. A Pont Canavese i militari lo hanno rintracciato grazie al segnale Gps dell'auto, una Clio amaranto condotta da un amico che lo ospitava a casa, dove è stata fatta irruzione per la cattura. "Credo di sapere perché siete qua", ha detto ai carabinieri. Nel pomeriggio, in stato di fermo in caserma a Volpiano, è stato interrogato dal pm Carlo Introvigne e dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando.
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