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No Tav, arrestati portavoce ed ex terrorista di Prima Linea: devono scontare condanne

Piemonte

L'uomo, ex attivista No Tav ai domiciliari, deve scontare una pena di 5 mesi per resistenza a pubblico ufficiale per un reato commesso il 17 settembre 2015 durante una protesta al cantiere della Torino-Lione. La referente del Movimento è stata invece condannata in via definitiva a due anni per un episodio del 3 marzo 2012

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Sono stati arrestati a Bussoleno, in Val di Susa, Stefano Milanesi, ex terrorista di Prima Linea e attivista No Tav e Dana Lauriola, 38enne portavoce del Movimento e attivista del centro sociale Askatasuna.

L'ex terrorista di Prima Linea

Milanesi, ai domiciliari, deve scontare una pena di cinque mesi per resistenza a pubblico ufficiale, reato commesso il 17 settembre 2015 durante una protesta al cantiere della Torino-Lione. Negli anni '80 Milanesi faceva parte di una colonna di Prima Linea che proprio in Val Susa aveva creato la sua base. È ritenuto un No Tav della prima ora; Milanesi ha infatti aderito al movimento sin dall'inizio della lotta alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. I fatti contestati a Milanesi risalgono al settembre 2015, quando un gruppo di circa 30 attivisti eseguì un attacco in orario serale al cantiere Tav di Chiomonte, lanciando sassi nei pressi del cancello Nord 2 all'indirizzo del personale delle forze dell'ordine addette al presidio. Sconterà la pena ai domiciliari.

L'arresto della portavoce

Gli agenti della Digos si sono presentati alla sua abitazione di Bussoleno, in Val Susa, di fronte alla quale i No Tav avevano dato vita a un presidio permanente. Durante l'intervento si sono registrate alcune tensioni, con qualche insulto e spintone contro gli agenti dei reparti mobili della polizia che presidiavano le vie d'accesso all'abitazione. La polizia è riuscita a non far avvicinare i manifestanti. 

La vicenda

Il presidio era stato organizzato contro la decisione del tribunale di Torino di respingere la richiesta di misure alternative per la donna, condannata in via definitiva a due anni per un episodio del 3 marzo 2012, quando circa 300 persone bloccarono il casello di Avigliana della Torino-Bardonecchia permettendo alle vetture di passare senza pagare il pedaggio. 

"Se stiamo insieme non ci sconfiggeranno mai"

"L' affetto che mi state dimostrando riempe il cuore. Grazie davvero! Se stiamo insieme non ci sconfiggeranno mai". E questo l'ultimo post su Facebook, prima dell'arresto, di Dana Lauriola, portavoce del Movimento No Tav. Nel post Dana condivide alcune immagini di striscioni in suo favore, come 'le donne ribelli sono ovunque Dana libera No Tav', 'la valle non si arresta Dana libera tutt* liber* No Tav' e 'fermarci è impossibile ora come allora la resistenza continua Dana libera ora e sempre No Tav'. Questa mattina all'alba erano in tanti con le bandiere col treno crociato a salutare l'attivista nel momento in cui è stata portata via da casa per essere condotta in carcere. "Ciao, ciao a tutti", ha risposto Dana prima di un lungo abbraccio con un'amica. 

No Tav: "In pandemia priorità è arrestare chi si oppone a grandi opere inutili"

"Mentre una pandemia sta sconvolgendo il pianeta, le priorità che vengono portate avanti sono chiare, continuare a finanziare il sistema delle grandi opere inutili e perseguitare, arrestare, colpire chi vi si oppone". Lo affermano i No Tav, commentando gli arresti di Dana Lauriola e Stefano Milanesi in un lungo comunicato apparso su notav.info, sito internet di riferimento del movimento che si oppone alla realizzazione della Torino-Lione. "Questa mattinata ha sancito che la Val Susa è fuori dallo Stato di Diritto, è un territorio occupato come diciamo da anni, dove le forze dell'ordine possono fare il buono e il cattivo tempo al servizio dei potenti senza che nessuno dagli scranni istituzionali faccia domande", aggiungono i No Tav, che parlano di "vergognosa prepotenza contro una donna, una compagna e contro un intero territorio". E denunciano una "carica a freddo" delle forze dell'ordine, nella quale sostengono che un giovane No Tav sia stato ferito alla testa. "Che dire di questo governo supino allo strapotere delle lobbies del cemento e del mattone? Che dire di quella parte di maggioranza che per anni si è professata No Tav? Quelli che si professavano vicini alle esigenze dei cittadini adesso tacciono di fronte allo Stato d'eccezione che viene applicato in tutta la sua violenza in Val Susa. In valle però si continua a resistere da trent'anni con determinazione e senza paura, e noi continueremo a farlo, perché sappiamo che questa grande opera è mortifera, sappiamo che non vogliamo un futuro di devastazione, inquinamento, tumori e desolazione sociale per il territorio in cui viviamo". 

Maxi processi scontri nel 2011

Intanto, è ripreso stamani al Palazzo di giustizia di Torino l'appello bis del maxi processo ai No Tav per gli scontri con le forze dell'ordine avvenuti in Valle di Susa nell'estate del 2011. Gli imputati sono 36. I presenti hanno consegnato alla Corte un documento di solidarietà a Dana Lauriola. In un'altra aula del Palagiustizia è, invece, cominciato un processo ai No Tav per la manifestazione del 27 luglio 2019 durante la quale gli attivisti, dopo avere sfondato un cancello di sbarramento di un sentiero, si portarono a ridosso delle recinzioni del cantiere. Qui ad essere chiamate in causa sono 14 persone.