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Torino, molestata la dj Ema Stokholma: “Io ripresa sotto la gonna”

Piemonte
©Ansa

L’artista è stata ripresa nelle parti intime con un cellulare poggiato a terra ieri sera, durante il sound check dello spettacolo alla Mole Antonelliana. È stata proprio la donna a portare l'autore del video alle guardie e a raccontare la vicenda: “Bisogna denunciare”

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Un cellulare poggiato per terra, con fotocamera rivolta in alto, ha ripreso le parti intime della disc jockey 36enne Ema Stockholma durante il sound check dello spettacolo di San Giovanni. È successo nella serata di ieri, prima dell’evento che si è ugualmente tenuto alla Mole Antonelliana, a Torino. Il proprietario del telefono, nonché autore del video, è stato individuato proprio dalla stessa dj: ora risulta indagato dalla polizia municipale di Torino. La conduttrice e modella francese, che ha avuto un’infanzia difficile (fatta di violenze e di paura), non si è fatta prendere dallo sconforto e ha raccontato la molestia subita. "Non bisogna esitare un secondo a farlo, bisogna metterci la faccia per evitare che in futuro queste persone commettano cose ancora peggiori", ha affermato l’artista in una lunga storia su Instagram. 

Il racconto della Dj

La dj (negli ultimi tre anni protagonista al Festival di Sanremo prima come conduttrice radiofonica e poi come presentatrice del PrimaFestival in onda su Rai 1) ha raccontato: "Faceva caldo, avevo un vestito estivo. Ero con il mio manager, che è anche il mio migliore amico, e un'altra decina di persone. Quando ho raccolto quel cellulare, accanto alla cassa, mi sono accorta che c'era un video delle mie parti intime di dieci minuti. E c'erano anche altri video così, di altre ragazze, tutti lunghissimi".  

“Ho portato il responsabile dalle guardie”

È stata la stessa dj a individuare il responsabile: "L'ho portato dalle guardie, gli ho parlato, sempre col sorriso e la tranquillità, perché non bisogna essere violenti. Anche queste persone vanno aiutate. Ma non si deve fare finta di nulla: bisogna denunciare". Ema Stokholma si dice dispiaciuta di aver visto intorno a lei "molta leggerezza, come se non fosse successo nulla". Per la 36enne si tratta invece di "una cosa grave".

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Appendino: “Solidarietà a Ema, urgenza di un’azione sociale e culturale”

La pensa così anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che su Facebook ha scritto: "Solo pochi giorni fa avevo parlato della necessità impellente, per tutta la società, di rompere il silenzio davanti a ogni genere di violenza che viene consumato nei confronti delle donne. Oggi ci troviamo davanti all'ennesimo caso di abuso. La dj, che ringrazio per come ha affrontato questo grave fatto, ha denunciato il responsabile che è stato immediatamente assicurato alla Polizia Municipale ed è ora indagato. Non posso che tornare a ribadire l'urgenza di un'azione sociale e culturale affinché venga messa una volta per tutte la parola fine a queste vergognose azioni. A Ema tutta la solidarietà mia e della città di Torino".

Il caso arriva in Sala Rossa

Il caso della dj Ema Stokholma arriva in Sala Rossa il caso delle molestie a Ema Stokholma. Sono state infatti accolte le richieste di comunicazioni alla sindaca Chiara Appendino presentate dalla consigliera Federica Scanderebech (Rinascita Torino), alle quali hanno fatto seguito quelle di Aldo Curatella (Gruppo Misto). Quest'ultimo ha voluto presentare un suo documento, e non solo associarsi a quello della collega, "proprio in quanto uomo che respinge fermamente certi atteggiamenti gravissimi come questo che lede la dignità delle donne". "Un fatto che non solo va denunciato, come giustamente l'artista ha fatto - aggiunge -, ma su cui la Città deve intervenire sia nel sostegno a lei e a tutte le donne che ogni giorno sono molestate ma soprattutto per far chiarezza su quanto accaduto e sulla gravità della reazione avuta sul momento dalle persone presenti, tutte uomini, che hanno cercato di minimizzare quanto appena scoperto". Grave, per la capogruppo Scanderebech, anche il fatto che "sia accaduto in una manifestazione della Città. Vogliamo anche capire che rapporti abbia la persona accusata, un tecnico, con la Città. La sindaca deve fare chiarezza".