“Sono errori che non intendo commettere mai più perché ho capito che la vita è bella e va vissuta nel rispetto di me stesso e degli altri e nell'onestà più assoluta", si legge nella lettera indirizzata ai giudici e scritta da uno dei quattro giovani processati con l'accusa di avere scatenato il panico la sera del 3 giugno 2017
"Lo sbaglio più grande della mia giovane vita è stato commettere furti e rapine: agivo con leggerezza, senza pensare alle conseguenze e solo ora mi rendo conto della gravità dei miei atti. Sono errori che non intendo commettere mai più perché ho capito che la vita è bella e va vissuta nel rispetto di me stesso e degli altri e nell'onestà più assoluta", è un passaggio della lettera che Hamza Belghazi, uno dei quattro giovani processati con l'accusa di avere scatenato il panico in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, ha consegnato oggi ai giudici.
La lettera
"Ho voluto scrivere queste parole - è l'esordio - per chiedere perdono alle famiglie delle vittime e a tutti i feriti. Mi dispiace per tutto ciò che è successo. Non è mai stata mia intenzione causare il panico nella folla né tanto meno la morte di due persone". Belghazi, che è difeso dall'avvocato Antonio Testa, afferma che "dopo questi due anni di carcere, in cui ho avuto modo di riflettere tanto, mi sento veramente pronto e forte per dare una svolta definitiva alla mia vita. Con la delinquenza ho chiuso per sempre". Belghazi è rientrato in cella sabato scorso dopo un lungo periodo di detenzione all'esterno perché colpito da covid-19, malattia dalla quale risulta guarito. Ai giudici ha spiegato di avere iniziato a frequentare le lezioni della Scuola Superiore Giulio, nell'indirizzo Servizi per la Sanità e l'Assistenza Sociale: "A breve avrò l'esame di maturità. Anche lo studio mi sta insegnando ad usare bene la mia intelligenza, a sviluppare nuovi punti di vista sulle cose". "Purtroppo - conclude - non posso cambiare quello che è successo, ma sono cambiato io. Sono molto pentito e dispiaciuto per tutto l'accaduto".