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Scritta antisemita a Torino, la vittima: "La lascio come testimonianza"

Piemonte
Maria Bigliani nell'androne del palazzo in cui vive, a Torino (ANSA)

Maria Bigliani non intende rimuovere l’insulto "crepa sporca ebrea". La Digos ha acquisito le immagini delle telecamere dell'edificio per cercare di risalire all'identità dell'autore

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"Per ora non cancellerò la scritta. Voglio lasciarla come testimonianza di un gesto razzista, che non dovrebbe più accadere". E' questa la volontà di Maria Bigliani, la 65enne di origini ebraiche figlia della staffetta partigiana Ines Ghiron, che nella Giornata della Memoria di ieri, sui muri dell'androne del palazzo in cui vive in Corso Casale, a Torino, ha trovato la scritta antisemita "crepa sporca ebrea". La donna ha aggiunto: "Nella mia vita di battute stupide e razziste ne ho subite, ma ho sempre risposto per le rime. Mia madre mi avrebbe detto 'denuncia' ed è quello che ho fatto". Sull'accaduto indaga la Digos, che ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza dello stabile per risalire all'identità dell'autore, mentre la procura sta valutando l'ipotesi di aprire un fascicolo per minacce aggravate dalla finalità di discriminazione etnica, razziale o religiosa.

Maria Bigliani: "Partecipazione al presidio riempie il cuore"

Per esprimere solidarietà nei confronti della signora Maria, la sezione dell'Anpi Nicola Grosa e la Circoscrizione 8 hanno indetto un presidio davanti alla Gran Madre di Dio, al quale la stessa donna ha presenziato insieme ad altre centinaia di persone. Alla manifestazione hanno partecipato diversi sindacati ed esponenti di partiti politici. Maria Bigliani è arrivata al presidio insieme al marito, alla sorella, alla nipote ed alcuni amici. "Non mi aspettavo questa solidarietà e questo clamore - ha spiegato la donna-. È una solidarietà che riempie il cuore. Una scritta, proprio nel Giorno della Memoria, fatta per ignoranza e per cattiveria. All'autore vorrei dire che la sua azione non serve a nulla, se non a fare emergere un clima di intolleranza razziale che c'è ancora oggi, nel 2020. È un clima che non si respira solo in Italia, ma anche in altre parti dell'Europa dove movimenti razzisti e antisemiti si sono manifestati in modo pericoloso. A me sembra che gli italiani, in generale, non siano razzisti. Qualcuno però ha ancora questa mentalità", le sue parole. E ancora: "Non ho idea di chi possa essere stato. Di certo la politica internazionale crea confusione. C'è confusione tra la politica di Israele, di Netanyahu, uomo di estrema destra che porta avanti una politica violenta. E tra chi è di origine ebraica. Non bisogna confondere la politica con le persone, questo tipo di politica con l'essere ebreo", ha poi aggiunto.
Il nipote della donna, che vive all'estero, sul web ha scritto un post: "Lascio questa giornata con un forte sconforto essendomi reso conto che di fianco a me esistono ancora persone in grado di concepire questa breve frase 'Crepa sporca ebrea'".

L'arcivescovo di Torino: "Questi gesti sono il male"

L'episodio è stato duramente condannato anche dall'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia: "È grave dovere prendere atto di una divisione nemmeno più strisciante che attraversa e separa le nostre case, i nostri dialoghi civici, religiosi istituzionali. È il momento di fare un passo indietro, verso la terraferma solida della convivenza condivisa, abbandonando la palude di chi fomenta odio e intolleranza, di chi lascia che i mass media moltiplichino all'infinito i messaggi insensati di individui che non conoscono altro modo di sentirsi vivi se non quello della violenza. Fare un passo indietro e aprire gli occhi. Non si tratta di discutere le impossibili 'ragioni' degli autori di questi gesti, ma di comprendere che proprio questi gesti, per se stessi, sono il male, annunciano il male senza fine della divisione, dell'esclusione, della violenza sociale", le sue parole.
L'arcivescovo incontrerà il rabbino capo e il presidente della comunità ebraica del capoluogo piemontese, "per attestare loro, oltre alla mia personale solidarietà, l'affettuosa vicinanza della Chiesa di Torino".