Secondo i Pm, l'avvocato Carlo Crapanzano, in qualità di giudice di pace, avrebbe favorito alcuni membri della Loggia massonica Alam di Novara, alla quale lo stesso legale sarebbe iscritto
Avrebbe favorito alcuni imprenditori appartenenti a una loggia massonica della quale è membro. Per questo motivo l'avvocato Carlo Crapanzano, giudice di pace a Verbania, è stato indagato con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. Nell'inchiesta sono finite altre sei persone, tra le quali figura anche un altro avvocato.
Perquisita la sede della Loggia massonica
Le indagini sono state coordinate dai magistrati milanesi Ilda Bocassini e Paolo Filippini. Nei giorni scorsi sono state svolte perquisizioni a Domodossola, Verbania e Novara a carico dei due avvocati e nella sede della Gran Loggia degli Alam (Antichi liberi accettati muratori) di Novara. L'origine delle attività di indagine risale al maggio 2018, quando fu segnalato alla Procura di Verbania l'anomalo accoglimento da parte di Crapanzano di un ricorso contro una contravvenzione al codice della strada.
La Gran Loggia degli Alam
Dalle successive indagini è emerso che diversi ricorrenti, presentati o sponsorizzati da persone influenti sul territorio, contattavano direttamente il giudice di pace per presentare i propri ricorsi. È anche emersa l'appartenenza di Crapanzano alla Gran Loggia degli Alam a Novara. Ciò che è risultato maggiormente significativo - per gli inquirenti - è stata la sua intensa frequentazione con alcuni imprenditori locali ad essa appartenenti che sembrano avere usufruito di veri e propri favori da parte del giudice di pace o, comunque, della sua attività professionale, "mettendo ciascuno le proprie professionalità al servizio della ristretta cerchia di massoni, per il bene comune del gruppo".
I rapporti con i massoni
In tale contesto sono stati inquadrati i rapporti tra Crapanzano e l'avvocato D.F., professionista che avrebbe consentito al giudice di pace di elargire i favori e le proprie consulenze agli altri indagati. La collaborazione è apparsa finalizzata, per ognuno, all'ottenimento del proprio obiettivo: ovvero asservire la propria funzione agli interessi della Loggia per il primo; ottenere incarichi professionali e, quindi, remunerazioni, per il secondo. Secondo gli inquirenti, il giudice di pace avrebbe mantenuto una sostanziale regia dietro numerosi ricorsi affinché potesse trattarli personalmente o, comunque, potesse contribuire al buon esito delle vicende giudiziarie tramite l'avvocato D.F.
Le parole del giudice di pace
"Come sa chi mi conosce, sono sempre stato e sarò sempre un garantista. Ho applicato il principio di non colpevolezza a chiunque sempre e in ogni luogo, ma evidentemente qualcuno dimentica che nella vita ci vuole serietà e correttezza, sempre e qualunque cosa succeda. È evidente che sono oggetto di un attacco spropositato e ingiustificato e agirò nelle sedi competenti per tutelare il mio nome e la mia immagine". Così Carlo Crapanzano, l'ex giudice di pace di Verbania, dimessosi due giorni fa. "Mi sono dimesso da giudice di pace: la mia correttezza prevale sempre su ogni altra cosa. Se qualcuno, per ragioni a me incomprensibili, crede di minare la mia serietà e la mia serenità si sbaglia di grosso - ha aggiunto -. Ho dato mandato ai miei legali e stiamo valutando le azioni giudiziarie da intraprendere. Non permetto a nessuno, soprattutto a chi non mi conosce, di dubitare della mia persona. La giustizia è un concetto troppo importante per ridurlo a una chiacchiera da bar".