Sono in corso controlli sulle persone che sono entrate in contatto con il giovane: si tratta di circa 250 tra studenti e docenti. Al momento, precisa l'Asl, "non sono emerse criticità"
E' morto lo studente del Politecnico di Torino ricoverato all'ospedale Amedeo di Savoia per tubercolosi. Lo conferma l'Asl di Torino, precisando che si tratta di "un fatto possibile seppur molto raro". Il giovane, 19 anni, matricola, era ricoverato da alcuni giorni. Originario dello Sri Lanka, è probabile che avesse contratto la malattia nel suo Paese d'origine e che si sia rivolto troppo tardi ai medici. Sono in corso controlli sulle persone che sono entrate in contatto con il giovane: si tratta di circa 250 tra studenti e docenti. Al momento, precisa ancora l'Asl, "non sono emerse criticità".
Secondo caso in pochi mesi
Quello dello studente di ingegneria informatica a Torino è il secondo decesso per tubercolosi nel giro di pochi mesi: lo scorso ottobre è morta per la stessa malattia una dottoressa che prestava servizio all'ospedale San Paolo di Napoli. Delle 250 persone individuate per essere sottoposte agli esami di rito, non tutti hanno ancora completato i test, che dovrebbero finire nei prossimi giorni. "C'è dolore e rammarico per questa morte - commenta il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco -. L'Asl sta svolgendo tutti i controlli del caso, c'è piena fiducia nel loro operato".
La tubercolosi in Italia e in Europa
Attualmente l'incidenza della tubercolosi, in Italia, è bassa. In base ai dati forniti in occasione del Tb Day 2019, risulta che dal 2012 al 2016 il tasso è diminuito dell'1,8% ogni anno e attualmente si assesta a 7,4 casi ogni centomila abitanti, con un tasso di mortalità dello 0,7%. Dal 2009 si è però verificato un costante aumento della proporzione di casi notificati tra cittadini nati all'estero: si è passati dal 44% nel 2005 al 62% nel 2016. Secondo l'ultimo rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie, in Europa la tubercolosi viene diagnostica ogni ora a trenta persone. La malattia, nonostante il calo complessivo del numero di malati, rimane una delle principali minacce alla salute. "Per la maggior parte dei Paesi - ha spiegato Tereza Kazaeva, che dirige il programma dell'Oms sulla Tbc - la fine dell'epidemia di tubercolosi rimane un'aspirazione più che una realtà".