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Vercelli, tangenti per le autorizzazioni delle giostre: 30 indagati

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)

Secondo gli inquirenti oltre mille autorizzazioni sarebbero state rilasciate senza che venissero fatti i dovuti controlli di sicurezza sulle attrazioni. Arrestato il comandante della polizia municipale di Borgo d'Ale

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Pagavano tangenti per avere il permesso di posizionare le giostre. Nelle prime ore del mattino di mercoledì 27 febbraio si è svolta, su tutto il territorio nazionale, una vasta operazione dei carabinieri connessa al rilascio di oltre mille autorizzazioni per le giostre, senza che però venissero effettuate le dovute verifiche di sicurezza delle attrazioni. Il rilascio avveniva dietro pagamento di cospicue tangenti. Nell’inchiesta 'Luna Park', condotta dai carabinieri di Vercelli e scattata in seguito a un incidente avvenuto nel Milanese, sono indagate 36 persone, delle quali sette colpite da misure cautelari. Coinvolti funzionari e amministratori di alcuni Comuni del Nord Italia, tra cui il comandante della polizia municipale di Borgo D'Ale, in provincia di Vercelli.

L'operazione

Sono 70 i carabinieri che hanno eseguito le perquisizioni negli studi tecnici e negli uffici comunali per l’acquisizione della documentazione relativa al rilascio delle certificazioni, a cui si aggiunge un dispiegamento imponente di militari, impegnati nei sequestri di tutte le giostre irregolarmente certificate: sono quasi 1.100 i sequestri effettuati in 88 province differenti a carico di circa 700 operatori del settore. Caso a parte quello registrato a Palestrina, in provincia di Roma, dove tutte le giostre poste sotto sequestro riportavano il codice rilasciato dal Comune di Borgo d'Ale.

Arrestato il comandante della polizia municipale di Borgo d'Ale

Da 150 euro per le giostre più piccole, come tirapugni e macchinette a gettone, a 250-300 euro per le giostre più grandi come ruote panoramiche e piste di pattinaggio. Era sufficiente pagare queste cifre per ottenere il rilascio delle autorizzazioni al funzionamento delle attrazioni, senza che venisse fatta alcuna verifica sul funzionamento e sulle norme di sicurezza. Al centro dell'inchiesta condotta dai carabinieri di Vercelli, e coordinata dalla procura, Mauro Ferraris, comandante della polizia municipale di Borgo D'Ale (Vercelli), arrestato questa mattina per diversi reati tra cui corruzione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato. Il capo della polizia locale, a fronte di pagamenti che avvenivano con ricariche Postepay, avrebbe rilasciato oltre 1.000 codici identificativi per giostre di tutta Italia, senza alcuna verifica sui requisiti in fatto di sicurezza.

Sono 36 le persone indagate

Le concessioni avvenivano tramite l'ausilio di alcuni intermediari, e senza visionare le attrazioni dal vivo. In totale sono 36 le persone indagate, tra cui il comandante dei vigili urbani di La Cassa, in provincia di Torino, comune nel quale era stato esportato il 'metodo Borgo d'Ale', oltre al Comune di Montesilvano (Pescara) dove al momento non risultano indagati. Sei gli intermediari sottoposti a obbligo di dimora, tutti professionisti. Le giostre con i codici rilasciati dal Comune di Borgo d'Ale sono state poste sotto sequestro. Al vaglio degli inquirenti altre 4.000-5.000 giostre con codici rilasciati in passato dal comandante della polizia di Borgo d'Ale.

L'inchiesta è partita da un incidente avvenuto a Legnano

L'inchiesta è scattata in seguito all'incidente di una 13enne che nel novembre 2017 è caduta da una giostra a Legnano, in provincia di Milano. Il codice riportato sull'attrazione era stato rilasciato dal Comune di Borgo d'Ale. Sono proprio gli accertamenti avviati dall'Asl dopo l'incidente che hanno fatto emergere lo scenario inquietante, insieme alle segnalazioni del sindaco del Comune vercellese che aveva notato alcune anomalie nel rilascio delle certificazioni per le giostre da parte della polizia locale. Da intercettazioni svolte durante le indagini sono emerse minacce di ritorsione dal comandante dei vigili nei confronti del primo cittadino. A a carico del comandante, oltre alla corruzione, sono emersi altri reati tra cui traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, furto aggravato, spendita di banconote false.