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Torino, piazza San Carlo: archiviata posizione ex prefetto Saccone

Piemonte
Immagine d'archivio (ANSA)

Archiviata inoltre la posizione di altri sei indagati: il vice comandante della polizia municipale e 5 componenti della commissione territoriale di vigilanza

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E’ stata archiviata la posizione dell’ex Prefetto di Torino, Renato Saccone, nell’ambito dell’inchiesta per i fatti di piazza San Carlo, quando, il 3 giugno 2017, durante la proiezione all'aperto della finale di Champions League, una serie di ondate di panico fra la folla che assisteva allo spettacolo aveva causato 1500 feriti. Nei giorni successivi all’evento, una donna, Erika Pioletti, era morta a causa delle lesioni riportate.

Le accuse

Il Gip, Irene Gallesio, ha accolto la richiesta della procura. Archiviata inoltre la posizione di altri sei indagati: il vice comandante della polizia municipale Ivo Berti e cinque componenti della commissione territoriale di vigilanza che avevano svolto un sopralluogo in piazza. Contro la richiesta di archiviazione si erano opposti i legali dell'Unione Nazionale consumatori e di un'altra parte civile. Restano imputate altre 15 persone, tra cui la sindaca Chiara Appendino e l'ex questore Angelo Sanna, per le quali l'udienza preliminare riprenderà il 20 dicembre. I reati contestati dalla Procura di Torino erano, a vario titolo, disastro, lesioni e omicidio colposo. Saccone è attualmente Prefetto di Milano.

Le parole del giudice

Il giudice non ha accolto i pareri degli avvocati delle persone offese, i quali chiedevano di continuare a indagare sulla Commissione provinciale di Vigilanza sulla base di quanto sancì la sentenza della Suprema Corte durante il processo sul cinema Statuto, dove un incendio provocò la morte di 64 persone nel 1983 a Torino. Quel caso, però, secondo Gallesio, fu caratterizzato da "una situazione paradossale" perché la Commissione "all'esito del sopralluogo aveva rilasciato parere favorevole all'apertura del locale senza di fatto effettuare alcun controllo e senza neppure premurarsi di chiedere l'esibizione del progetto di ristrutturazione, dal quale sarebbero emersi in maniera lampante tutta una serie di carenze strutturali e impiantistiche che avrebbero poi causato e favorito lo sviluppo del tragico incendio". Si tratta quindi di un "caso limite" che "non può essere sovrapponibile" ai fatti di piazza San Carlo.