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Spot, il nuovo robot custode di Pompei

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Simonetta Poltronieri

Ancora in fase di sperimentazione, il cane robot targato Boston Dynamics aiuterà i responsabili del parco archeologico nel monitoraggio degli scavi e nella raccolta di dati per le ricerche archeologiche

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Pompei ha un nuovo custode: si chiama Spot ed è il robot quadrupede di Boston Dynamics. Equipaggiato con la tecnologia di Sprint Reply e di Leica Geosystems, Spot affianca i responsabili del parco archeologico di Pompei nel controllo e nella tutela del patrimonio culturale. Ad aiutarlo in questa missione, anche un drone in grado di effettuare scansioni 3D in autonomia. 

Una missione: affiancare archeologici e ricercatori 

Grazie alla sua conformazione, Spot è in grado di muoversi con agilità anche su terreni sconnessi e di raggiungere in totale sicurezza gli angoli più remoti – compresi quelli sotterranei – del parco archeologico di Pompei. Così, il robot quadrupede porta avanti le sue ispezioni a sostegno del lavoro dei ricercatori sul campo e di chi sovraintende la manutenzione del sito archeologico.

Non solo un “custode” hi-tech: le potenzialità di Spot

Spot combina la tecnologia di Sprint Reply - società del Gruppo Reply specializzata in robotica e process automation – a quella di Leica Geosystems, parte del gruppo Hexagon. Durante le sue ispezioni il robot quadrupede, grazie a telecamere e sensori ad alta precisione, acquisisce dati che vengono poi processati e utilizzati dagli archeologi per lo studio di interventi mirati. I dati acquisiti da Spot via terra sono anche aggregati a quelli raccolti da un drone. Si tratta del Leica BLK2FLY, il primo laser scanner volante in grado di effettuare scansioni 3D in autonomia. Così sarà possibile realizzare una copia digitale – una sorta di digital twin – del sito archeologico, monitorando anche a distanza lo stato degli scavi.

Pompei, da parco archeologico a “smart city” dell’antichità 

La sperimentazione di Spot fa parte del più ampio progetto Smart@Pompei, ideato per una gestione intelligente, sostenibile e inclusiva del parco archeologico. È la prima volta che robotica e intelligenza artificiale vengono applicate in un sito di questo genere, ripensando il concetto stesso di integrazione tecnologica. Un modo, quindi, per portare sempre di più l’innovazione tra la storia.