Ai a scuola: come usare Experience Ai di Google, in arrivo in Italia

Quando parla di intelligenza artificiale applicata alla scuola, Ronit Levavi Morad non ha esitazioni: "Sono un’ottimista convinta quando si tratta della convergenza tra educazione e intelligenza artificiale generativa". Una posizione tutt’altro che ingenua, dice, perché "le domande e le preoccupazioni riguardo a questa tecnologia sono valide e a Google le consideriamo con cura". Il suo ottimismo nasce dall’idea che l’AI contribuirà ad amplificare, non sostituire, la capacità degli insegnanti di fare formazione e degli studenti di imparare. "Puntiamo a un approccio responsabile, audace e basato sulle partnership - dice -perché Google non procede da sola ma insieme a educatori, studenti e governi" per assicurare che l’introduzione dell’AI nelle scuole sia utile. Secondo Morda la trasformazione è già visibile, soprattutto sul ruolo dei docenti: "L’AI sta già aiutando molti insegnanti. Lo vedo chiaramente perché permette loro di riavere indietro molto tempo prezioso, riducendo attività amministrative e di preparazione delle lezioni, così che possano concentrarsi su ciò che davvero conta e cioè ispirare, motivare e costruire relazioni emotive con gli studenti". L’offerta di Google a cui Morad fa riferimento comprende strumenti che semplificano il lavoro degli insegnanti. Uno di questi è Google Classroom che permette di distribuire compiti e materiali digitalmente e accelerare la correzione di test e verifiche in modo automatizzato. Ci sono anche diverse novità per gli studenti che riguardano l’apprendimento personalizzato. Morad cita la funzione Guided Learning di Gemini, l’AI generativa di Google. "Pensatela come un coach personale. Non ti dà le risposte, ma dialoga con te, ti fa domande, ti orienta. È sempre lì, paziente, e ti aiuta a capire meglio le cose. È come imparare ad andare in bicicletta. Puoi leggere tutte le istruzioni su un manuale, ma ciò che davvero ti serve davvero è qualcuno che corre accanto a te e che ti supporti". Experience AI, il progetto che arriva anche in Italia Morad cita un programma educativo dedicato proprio a insegnanti e studenti sul mondo dell'intelligenza artificiale. Si tratta di Experience AI, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Google DeepMind e Raspberry Pi Foundation. "È un set essenziale di teoria che ogni studente oggi deve conoscere, perché l’AI è il futuro. Il programma ha già raggiunto due milioni di persone in 25 paesi, e presto arriverà anche in Italia", dice. Il programma è pensato per ragazzi dagli 11 ai 14 anni e offre lezioni per introdurre i temi dell’intelligenza artificiale e il machine learning nelle scuole. L’obiettivo è fornire competenze di base, permettere ai giovani di capire come funzionano le tecnologie che già usano ogni giorno – dai motori di ricerca alle raccomandazioni dei social – e sviluppare pensiero critico su di esse. Oltre alle lezioni, c’è una AI Challenge che permette agli studenti di creare una propria piccola applicazione basata sul machine learning, addestrando un modello e sperimentando un ciclo completo di progettazione e valutazione. Il programma include anche un corso per gli insegnanti, utile per chi tra loro vuole introdurre l’AI in classe in modo responsabile, facendosi delle basi teoriche su queste tecnologie. Oltre Experience AI, cosa offre oggi Google agli insegnanti e agli studenti Oltre a Experience AI, Google mette già a disposizione delle scuole diversi strumenti pensati per insegnanti e studenti. Il cuore di questo sistema è la piattaforma Google Workspace for Education. Si tratta di un ambiente che per Google dovrebbe restituire tempo agli insegnanti e offrire un percorso di istruzione personalizzato agli studenti. Gli account sono gestiti dagli istituti, i dati non vengono utilizzati per la pubblicità, e gli amministratori possono limitare o abilitare le funzioni a seconda dell’età e del contesto scolastico. Molte delle funzioni sono dedicate ai docenti. La piattaforma Google Classroom, che fa parte del pacchetto di strumenti a disposizione, permette di distribuire materiali a centinaia di studenti online, di monitorare i loro progressi attraverso dei dati sulle loro verifiche e di capire subito dove si concentrano le loro principali difficoltà. Per chi insegna può significare ridurre ore di lavoro sulle correzioni e concentrare più energia sulle attività in presenza. In questo contesto c’è anche Gemini, l’AI generativa di Google, che è utilizzabile dagli studenti. Usato con criterio, Gemini può diventare una sorta di assistente di studio avanzato. Una delle funzioni più utili riguarda la capacità di trasformare materiali grezzi in contenuti più chiari e strutturati. Uno studente può, per esempio, fotografare gli appunti presi di fretta durante una lezione e Gemini può convertirli in forma di schema o di infografica. Lo stesso sistema può creare materiali di studio basandosi sugli appunti e i materiali, ad esempio una serie di quiz personalizzati per mettersi alla prova. Interessanti anche le funzionalità di “Audio Overview”, che permettono di trasformare le registrazioni di una lezione o di un capitolo di un libro in una sorta di podcast, un modo per alleggerire e rendere più fruibili argomenti complessi. Come ogni sistema di AI generativa Gemini può commettere errori, semplificare troppo un concetto o suggerire dati non aggiornati. Per questo, resta fondamentale usare strumenti di questo tipo come supporto, purché non vadano a sostituire il criterio e la verifica di studenti e insegnanti.

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Francesco Di Blasi