E-mail perfette, truffe invisibili: il phishing corre grazie all’IA

Email impeccabili, tono aziendale credibile, zero refusi – indizi che in passato ci aiutavano molto a difenderci: il phishing ha cambiato pelle. A renderlo più difficile da individuare è l’intelligenza artificiale generativa, sempre più sfruttata dai criminali informatici. La capacità della GenAI di produrre testi accurati e simili al linguaggio umano, con lessico e terminologia settoriale adeguati, consente ormai da un po’ di simulare comunicazioni che sembrano provenire da organizzazioni autorevoli. I dati del rapporto Verizon Il Data Breach Investigations Report 2025 segnala infatti che la quota di messaggi di phishing scritti con Ia è più che raddoppiata in due anni. Se nel 2023 l’incidenza era tra il 5% e il 10%, oggi tocca il 10% pieno. Gli hacker usano i large language model per perfezionare grammatica e localizzazione dei testi, adattandoli il più possibile al contesto culturale e linguistico delle vittime e rendendoli praticamente indistinguibili da email autentiche. Un bel problema . I dati del rapporto Verizon Il Data Breach Investigations Report 2025 segnala infatti che la quota di messaggi di phishing scritti con Ia è più che raddoppiata in due anni. Se nel 2023 l’incidenza era tra il 5% e il 10%, oggi tocca il 10% pieno. Gli hacker usano i large language model per perfezionare grammatica e localizzazione dei testi, adattandoli il più possibile al contesto culturale e linguistico delle vittime e rendendoli praticamente indistinguibili da email autentiche. Un bel problema . Il ruolo dei dipendenti e l'uso improprio delle piattaforme Non solo minacce esterne: aumenta anche l’esposizione involontaria di dati aziendali legata a un uso poco consapevole degli strumenti di Ia da parte dei dipendenti. Il rapporto segnala per esempio che il 15% dei lavoratori accede regolarmente a piattaforme di Ia generativa dai dispositivi aziendali, spesso con account personali non autorizzati. Tra i contenuti caricati figurano documenti riservati, dati di clienti ed e-mail interne, che possono finire usati per l’addestramento dei modelli o esposti in caso di vulnerabilità. L'integrazione dell'IA nei dispositivi La diffusione di funzioni Ia integrate nei sistemi operativi mobili, dagli assistenti vocali alla sintesi automatica dei contenuti, complica ulteriormente lo scenario. Nei contesti cosiddetti “Bring Your Own Device”, in cui dati personali e aziendali convivono sugli stessi dispositivi, ogni interazione tra applicazioni e contenuti riservati può in effetti diventare un punto di ingresso per fughe di informazioni. Nel 2025 una violazione ha dimostrato la gravità del rischio: conversazioni e documenti sensibili caricati dagli utenti sono stati esposti online. I numeri italiani Secondo il rapporto Clusit 2025, il phishing e il social engineering sono stati alla base di oltre l’11% degli attacchi informatici gravi registrati nel paese. Ormai, segnalano altri rapporti come quello del Cert-Agid, si passa anche dalle PEC compromesse. In ambito bancario, Panda Security segnala che “un attacco su tre” ha natura di phishing o raggiro collegato all’attività finanziaria. Sul fronte delle tecnologie anti-phishing, Kaspersky ha invece bloccato circa 893 milioni di tentativi di phishing nel 2024, con un incremento del 26% rispetto all’anno precedente. Questa cifra riflette solo i casi individuati dai suoi sistemi — il totale reale delle campagne è ovviamente molto più alto. La dimensione globale A livello mondiale, l’Interpol segnala che il phishing e le frodi online hanno coinvolto nel 2024 oltre 300 milioni di utenti, con perdite economiche superiori ai 12 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti, l’FBI Internet Crime Report colloca il phishing al primo posto tra i reati informatici denunciati, con quasi 500mila segnalazioni solo nel 2024. La crescita esponenziale dell’uso dell’Ia rischia di amplificare ulteriormente questa tendenza, rendendo le campagne fraudolente sempre più sofisticate e difficili da bloccare.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

E-mail perfette, truffe invisibili: il phishing corre grazie all’IA

Simone Cosimi