Si scrive Grok, si legge Elon

Un’inchiesta del New York Times ha fatto emergere con ulteriori conferme come Grok, il chatbot sviluppato da xAI, la società di intelligenza artificiale di Elon Musk, abbia assunto progressivamente i contorni dell’immagine riflessa del suo proprietario. Pur essendo stato presentato come uno strumento "politicamente neutrale" e "massimamente orientato alla verità" dalle parole del suo creatore, Grok fin qui si è rivelato non sempre imparziale, per usare un eufemismo: le sue risposte col tempo hanno finito per ricalcare le convinzioni e la retorica di Musk, che ha fatto della guerra al “politically correct” e alla cosiddetta “cultura woke” la principale cifra della sua presenza pubblica. Il chatbot che cambia opinione seguendo Musk Il quotidiano statunitense ha messo a confronto centinaia di risposte date dal chatbot negli ultimi mesi, evidenziando come alcune abbiano cambiato forma dopo aver espresso critiche dirette al magnate di origine sudafricana o ai suoi sostenitori. In un caso, di fronte a una domanda sulla violenza politica negli Stati Uniti, la versione risalente a maggio di quest’anno del bot rispondeva in modo prudente, sottolineando l’assenza di statistiche certe per stabilire se a destra o a sinistra vi fosse stata maggiore responsabilità; ma soltanto pochi giorni dopo, a valle di alcuni tweet di Musk su X che bollavano la risposta come una copia carbone di quanto dichiarato dai media mainstream, Grok ha fatto inversione a U: già a luglio sosteneva che la sinistra fosse maggiormente responsabile di atti violenti a sfondo politico. Un cambio di carte in tavola che non può essere attribuito a un semplice aggiornamento tecnico. Qualcosa di simile è avvenuto con un’altra domanda cruciale fra quelle che Grok si sente porre: qual è la minaccia più critica per la civiltà occidentale? Inizialmente, a questa query il chatbot aveva risposto additando la disinformazione. Ma Musk aveva definito la risposta nientemeno che "idiota". E così il giorno successivo, senza perdere tempo, Grok aveva già scovato una nuova priorità: la crisi demografica, tema caro al miliardario e spesso al centro dei suoi interventi pubblici. Il lavoro sui system prompt Dietro questo fine tuning, a volerlo chiamare così, non c’è soltanto l’imprevedibilità tipica dei sistemi di intelligenza artificiale, ma anzitutto un lavoro mirato sui cosiddetti system prompt, le istruzioni invisibili agli utenti finali che regolano il funzionamento dei modelli linguistici. Come ribadito dagli esperti sentiti dal Times, modificando anche leggermente quei comandi interni si può ri-orientare il bot a privilegiare certe prospettive rispetto ad altre. Non a caso, in alcune versioni di Grok hanno fatto capolino raccomandazioni esplicite a "diffidare dei media mainstream" o a rispondere con un tono "politicamente scorretto". Slittamento a destra L’effetto, documentato con sistematicità, è un progressivo slittamento delle risposte verso posizioni vicine alla destra degli Stati Uniti, in particolare su temi come il ruolo del governo federale, le tasse e la libertà di espressione, o freedom of speech. Su altri versanti, come quelli dell’aborto e delle discriminazioni di genere, l’orientamento dell’IA di X è rimasto più incerto o meno radicale. Ma il quadro complessivo stabilisce al di là di ogni ragionevole dubbio che la “neutralità” rivendicata da Musk è in realtà una costruzione ideologica, adattata di volta in volta per allineare l’IA con la sua visione del mondo. L'IA come strumento dispotico Le implicazioni del caso Grok, in ogni caso, vanno ben oltre il destino di un singolo chatbot. Perché se un prodotto a diffusione capillare come Grok, integrato in una piattaforma social con centinaia di milioni di utenti, viene piegato per combaciare con le opinioni personali del suo proprietario, il fine dell’imparzialità tecnologica rischia di diventare una chimera. Se il controllo dei prompt interni diventa uno strumento di potere culturale o politico, capace di orientare ciò che milioni di persone percepiscono come “vero”, allora l’intelligenza artificiale assume la forma di uno strumento dispotico. È in questa cesura tra le promesse di neutralità e gli interventi mirati in direzione opposta che si configura la sfida della nuova era dell’IA. Grok, nato per essere diverso dalla concorrenza, ha finito per tradire il suo fine dichiarato di ricercare la verità. Musk ha sempre rivendicato il diritto di plasmare X a propria immagine, certo: ma con Grok, questa ambizione sembra aver colonizzato un chatbot di uso comune che, più che uno specchio del mondo, somiglia sempre più a uno specchio del suo proprietario.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Si scrive Grok, si legge Elon

Davide Piacenza