Perché vengono moderati i contenuti sulle piattaforme social?

Di recente è tornato alla ribalta il dibattito sulla moderazione dei contenuti pubblicati sulle piattaforme social, dopo che Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha deciso di modificare le sue regole proprio in relazione alla moderazione dei contenuti. Mark Zuckerberg, in maniera simile a quanto fatto da Elon Musk dopo l’acquisizione di Twitter , ha deciso, tra le altre cose, di eliminare il programma di fact checking di Meta, sostituendo i moderatori ufficiali della piattaforma con strumenti simili alle “Community Notes” di X, delle note elaborate dagli utenti che permettono di segnalare informazioni incorrette o aggiungere contesto ai contenuti dei post. Ma quali tipo di contenuti sarà influenzato da questa decisione? E, più in generale, quali sono i contenuti più “moderati” sulle piattaforme social più diffuse? Il settimanale tedesco Spiegel ha esaminato i report inviati tra ottobre e dicembre scorsi dalle piattaforme social alla Commissione europea, che attraverso il Digital Services Act dell’Ue obbliga i social network a comunicare informazioni relative a ogni post moderato. Nell’arco di questo periodo di tempo, Facebook, Instagram, TikTok, X, YouTube e LinkedIn hanno eliminato o limitato un totale di circa 514 milioni di post. TikTok è quella che ne ha moderati di più, 255,6 milioni, ovvero più della metà del totale. Segue a stretto giro Facebook, con 203,4 milioni di post eliminati o limitati, mentre in terza e quarta posizione, con un considerevole distacco, ci sono Instagram e YouTube, rispettivamente con 29,3 e 25,3 milioni di contenuti moderati. Quasi inesistente, in confronto alle altre piattaforme, la moderazione su X e LinkedIn, dove nell’arco dei tre mesi in questione sono stati moderati rispettivamente 200 mila e 100 mila contenuti. Per comprendere in maniera più accurata quali sono le piattaforme che moderano maggiormente i loro contenuti è necessario tuttavia considerare anche il numero di utenti attivi. Secondo gli ultimi dati disponibili, Facebook ha poco più di 3 miliardi di utenti attivi mensili, YouTube 2,5 miliardi, Instagram 2 miliardi, TikTok 1,6 miliardi, LinkedIn 930 milioni e X 600 milioni. TikTok modera dunque un post ogni 6,5 utenti, Facebook uno ogni 14,7, Instagram uno ogni 68,3, YouTube uno ogni 99, X uno ogni 3.000 LinkedIn uno ogni 9.300. Il Digital Services Act classifica i contenuti vietati attraverso le seguenti categorie: frode e manipolazione, violazione della proprietà intellettuale e reati relativi alla privacy, violenza e minacce, odio e istigazione, pornografia e contenuti sessuali, più tutto ciò che le piattaforme stesse escludono attraverso i loro termini e condizioni. Rispettivamente il 44,3% e il 42,6% dei contenuti moderati da TikTok tra ottobre e dicembre 2024 sono stati eliminati o limitati perché infrangevano i termini e le condizioni della piattaforma e per odio e istigazione. La stragrande maggioranza dei contenuti moderati da Facebook e Instagram – rispettivamente il 92,8% e il 77,4% – sono stati oggetto di moderazione perché infrangevano i termini e le condizioni dei social network. Su Instagram, l’8,8% dei contenuti moderati era di carattere pornografico o sessuale. Il 46,7% dei contenuti moderati da YouTube diffondeva messaggi fraudolenti o manipolatori, mentre il 43,5% infrangeva i termini e le condizioni della piattaforma. Su X, il 39,9% dei post eliminati o limitati era di carattere pornografico o sessuale, il 29% conteneva violenza e minacce, mentre il 19,8% infrangeva i termini e le condizioni del social network. Infine, il 77,1% dei contenuti moderati su LinkedIn contravveniva i suoi termini e condizioni, mentre il 15,7% erano fonte di odio o istigazione.

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