Paola Cortellesi racconta Petra: "La mia prima volta in una detective story”

L’attrice, intervistata dal vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata di Stories, parla della sua esperienza nei panni di un ispettore di polizia. Una donna libera che pensa a sé e alla sua vita senza curarsi del giudizio degli altri. Un atteggiamento che spiazza e rompe gli schemi, "forse poco accettabile per la nostra cultura ancora troppo maschilista". Il giallo, ispirato ai romanzi di Alicia Giménez Bartlett, è in onda dal 14 settembre su Sky Cinema. Quattro storie che mescolano azione e relazioni umane . VIDEO



Chi è Petra?

È una donna con due matrimoni alle spalle, un ex avvocato di un ceto sociale elevato, che si ritrova per caso a fare questo mestiere. Da avvocato passa alla Polizia per fare l'archivista, dopo avere lasciato dietro di sé un matrimonio con un uomo molto più grande e uno con un uomo più giovane. È una donna libera, che ha deciso di stare sola e che non si cura del giudizio degli altri.



È un personaggio che possiamo definire a volte un po’ strano?

Dicendo sempre quello che pensa , a volte risulta un po’ strana, è così. Non è solitamente al primo posto nei cuori delle persone che incontra perché è una donna un po' scostante. Come animale domestico ha un ragno: è convinta che sia il migliore amico dell'uomo perché non sporca, non rompe le scatole, non chiede niente, non vuole niente. Un ragno in una teca, in effetti, è un buon amico per chi non vuole rapporti.



Cosa ha pensato la Giménez quando ti ha vista?

Ha detto che a questo punto Petra ero io. Petra non è mai descritta nei suoi romanzi, quindi anche lei se la immaginava in vari modi.



Petra Delicato, un nome che è un ossimoro: sei più Petra o più Delicato?

Sono Delicato, assolutamente. Mi è piaciuto tanto interpretare questo personaggio perché penso che ognuna di noi almeno una volta nella vita ha desiderato essere come Petra: avere la vera libertà, non essere chiusa in uno schema, non recitare un ruolo. Tutti noi recitiamo un ruolo in fondo, smussando gli spigoli del nostro carattere per adattarci e conformarci alle persone nei rapporti personali o sul lavoro.

"Un ragno in una teca
è un buon amico
per chi non vuole rapporti"

Per te è un mondo nuovo: è la prima volta che interpreti un personaggio simile?

È la prima volta che interpreto una poliziotta e che ho a che fare con questo genere. Non sono appassionata di gialli, mi sono appassionata a Petra quando mi hanno detto che c’era l’idea di questa storia. La gestazione del progetto è stata lunga: ho iniziato a leggere e sono rimasta colpita, da lettrice, dai rapporti personali del romanzo, soprattutto fra Petra e Antonio Monte che è interpretato dal mio collega Andrea Pennacchi.

Antonio Monte si potrebbe definire come il Dottor Watson di Petra...

Il punto di forza delle quattro storie è proprio l'alchimia fra i personaggi, trattata con molta ironia. È questa la loro forza: la parte ironica dei personaggi è molto presente nel loro rapportarsi uno all'altra.

A chi ti sei ispirata per interpretare il ruolo da detective?

A Rex per la parte action, in quanto ad agilità. La Signora in giallo per l’età. L’Ispettore Derrick per il trench. Ecco, è un mélange di questi tre (ride, ndr)

"Sono rimasta colpita dai rapporti personali del romanzo, soprattutto fra Petra e Antonio Monte"



Una story crime al femminile e una regista donna, Maria Sole Tognazzi, che tu già conoscevi.

Ci conosciamo da molti anni, dai tempi della scuola di teatro. All’epoca avevamo una piccola compagnia e facevamo spettacoli nei teatri off, allora mi aveva detto che il suo primo film sarebbe stato con me e in effetti abbiamo fatto insieme “Passato prossimo”, la sua opera prima. Poi siamo rimaste amiche. È stato un bel regalo poter lavorare insieme: si riescono a fare cose magnifiche in un clima particolare, che non tutti riescono a creare.



"Con Maria Sole Tognazzi si riescono a fare cose magnifiche in un clima particolare, che non tutti riescono a creare"

Petra è una donna libera, ma secondo te siamo davvero disponibili oggi di fronte alla libertà femminile?

Credo di no. Credo sia un problema della società: Petra non è una paladina dei diritti delle donne, non fa un manifesto di questo suo modo di vivere. Lei pensa a sé, alla sua vita, è un po' egoista. E sembra un extraterrestre: un atteggiamento simile in una donna è più raro rispetto agli uomini, e per le persone intorno è qualcosa di inaccettabile

Petra è una donna anche libera di amare?

Sì. Per gli uomini è legittimo rifuggire i legami e questo è ciò che fa Petra nelle quattro storie, durante le quali ha un paio di momenti di grande passione con due uomini che incontra ma con cui non c’è futuro. Insomma, c’è anche un aspetto passionale. 

La storia si apre con un episodio legato alla violenza sulle donne, i cui casi nel periodo di lockdown sono aumentati.

È un problema culturale che va sradicato da piccoli. Anzi, non va proprio inculcato. I super piccoli non fanno differenza fra maschio e femmina, se non nelle caratteristiche tipiche dei due generi: poi, ad un certo punto, si passa a pensare che una donna può diventare una proprietà. Bisognerebbe fare un percorso di educazione nelle scuole dell'infanzia, cominciare presto a  formare nuovi adulti e nuove adulte con un certo tipo di consapevolezza. 

Item 1 of 5

Petra è girato a Genova: quale canzone ti viene in mente pensando a questa città?

Genova è la terza protagonista della storia crime e mi richiama alla mente Fabrizio De Andrè: è stato bello visitare uno spazio a lui dedicato nei vicoli della città. Genova si presta molto bene alla trasposizione italiana del romanzo, che è ambientato a Barcellona. Ha tantissimi luoghi interessanti da inquadrare, i caruggi -dove la parte gialla è ambientata -è un luogo di fatti loschi. Poi c’è la zona nuova, magnifica, più legata alla contemporaneità e alla modernità. È una città verticale, c’è la funicolare: qui Petra si prende il suo tempo per pensare quando va al lavoro. Lei abita nella parte alta, nobile, di Genova.



Genova assomiglia a Petra?

In una delle quattro storie c’è un parallelismo tra il suo carattere e la città. Lei somiglia molto a Genova, dice uno dei suoi ex mariti durante una scena.

"Genova è la terza protagonista della storia e assomiglia molto a Petra"

Si parla tantissimo dell’importanza delle relazioni e il lockdown ha portato alla luce due antitesi perfette: la totale immersione nelle relazioni e la totale assenza.

Chi ha vissuto in famiglia ha scoperto entrambe le cose: l’importanza di vivere le relazioni più intensamente, senza tutte le assenze dovute al lavoro, ma anche l'assenza di relazioni dal resto del mondo. Si è fatta anche una bella selezione di alcuni rapporti e relazioni, scoprendo che certi non erano necessari.

 

Come hai vissuto il lockdown?

Sono tra i privilegiati che non ha dovuto piangere perdite o affrontare tragedie in maniera diretta. L’ho vissuta in modo piuttosto sereno, seguivo le informazioni e siamo stati  in tranquillità. È stato molto bello ritrovarsi in famiglia.



Perché vedere Petra?

È bello! Sono quattro storie su Sky Cinema dal 14 settembre: non ve ne pentirete, è bello. 

Petra si fa street art

La protagonista di Petra è diventata anche un’installazione di Simone Massi al Porto Antico di Genova.

Vincitore di un David di Donatello e due Nastri d’Argento, l'artista ritrae il volto di Paola Cortellesi nei panni del commissario della Squadra Mobile.

Insieme a lei alcuni elementi che richiamano la città, tra cui si riconoscono le forme del Porto Antico e le meduse dell’Acquario.

Petra, una produzione Sky Original prodotta con Cattleya - parte di ITV Studios - in associazione con Bartlebyfilm , debutterà il 14 settembre su Sky Cinema e NOW TV